Calcestruzzo preconfezionato, via libera dal Ministero del lavoro
Definitivamente accantonata la disputa sulla necessità del POS (Piano Operativo di Sicurezza).
VERONA - Approvate finalmente da parte del Ministero del Lavoro le procedure di sicurezza relative alla fornitura del calcestruzzo preconfezionato, e definitivamente accantonata la disputa sulla necessità del POS (Piano Operativo di Sicurezza). Un successo che il presidente di Atecap Silvio Sarno, in apertura del convegno inaugurale del ProgettoConcrete Safety- al SAMOTER 2011 commenta così: «Dopo anni di lavoro e di perseveranza della nostra Associazione su un tema che ci sta particolarmente a cuore come quello della sicurezza, siamo giunti alla soluzione che risolverà, in maniera ci auguriamo definitiva, i dubbi interpretativi relativi alle attività di consegna di calcestruzzo in cantiere, e si tratta di una vera e propria rivoluzione per il settore del calcestruzzo». Il lungo e impegnativo lavoro svolto in collaborazione con l’ANCE e mirato a risolvere l’annosa questione della richiesta di POS (Piano Operativo di Sicurezza) per le forniture di calcestruzzo in cantiere, ha portato all’elaborazione e all’approvazione da parte del Ministero del Lavoro, delle procedure di sicurezza da adottare in fase appunto di fornitura del calcestruzzo preconfezionato.
«ATECAP ha sempre sostenuto la non obbligatorietà del POS - prosegue Sarno - avvalendosi in questo di un parere pro-veritate, non per evitare l’adempimento di una prescrizione, ma per adottare strumenti operativi più puntuali per la sicurezza dei lavoratori. Tale posizione è stata condivisa anche da ANCE, con cui abbiamo iniziato questo cammino, rivolgendoci al Ministero del Lavoro per ottenere conferma della corretta interpretazione delle norme. Le procedure approvate sono vere e proprie linee guida che puntualizzano con estrema precisione i comportamenti che devono essere posti in atto, sia dagli addetti dell’impresa che fornisce calcestruzzo, sia da quelli dell’impresa di costruzione, per assicurare reali e adeguati livelli di sicurezza. Il risultato raggiunto costituisce un effettivo passo avanti nella strumentazione a disposizione dei lavoratori per tutelarne la salute e contemporaneamente il documento approvato dal Ministero raggiunge il risultato di svincolare le imprese da un mero adempimento formale (la richiesta del POS ai fornitori), che non è mai riuscito a rappresentare un vero strumento operativo di sicurezza».
«Il tema della sicurezza sul lavoro è da sempre monitorato e affrontato da Samoter con iniziative specifiche volte a sostenere la formazione, l'informazione e anche la sensibilizzazione a favore della salvaguardia della salute dei lavoratori- sottolinea Massimo Giorgetti assessore Regionale ai Lavori Pubblici -e con l'accordo Concrety Safety, Samoter ribadisce il proprio impegno in tema di sicurezza e dimostra la volontà concreta di affiancare tutti i soggetti, istituzionali e di categoria, preposti ad attuare e ad attivare le politiche in tale materia»
Michele Candreva del Ministero del Lavoro, chiarisce: «L'impresa fornitrice che segue le procedure non si configura come impresa esecutrice e non è pertanto tenuta alla redazione del POS, che non si applica alle mere forniture di materiali o attrezzature, come stabilito dalla circolare ministeriale n. 4/2007 che è stata ripresa dal D.Lgs. n. 81/2008».
Il passo successivo, dunque, è mettere in atto azioni volte a favorire la reale applicazione di tali procedure, «in modo che possano trasformarsi in buone prassi – come spiega Giuseppe Laffi, Presidente Commissione Ambiente e Sicurezza ATECAP -, poiché la cultura della sicurezza è tale solo se passa attraverso il fare, e quindi attraverso la messa in pratica della teoria».
«Ciò che serve è un reale contatto continuo con il cantiere, che permetta di ridurre quel diffusissimo scollamento tra teoria e pratica», spiega Valentino Nicolì, Coordinatore Gruppo Sicurezza ANCE e Presidente Cpt Lecce -. «Il problema del POS è stata un’occasione propizia per prestare più attenzione ai problemi sostanziali. Oggi c’è finalmente un riferimento chiaro, ma non ci si deve fermare qui: il documento va approfondito e diffuso tra i lavoratori attraverso informazione, formazione e promozione di attività specifiche in cantiere».