29 marzo 2024
Aggiornato 16:30
Agricoltura

«L'Europa ha bisogno di una politica agricola comune»

Il presidente di Confagricoltura Vecchioni a Padova: «Senza risorse calibrate sugli obiettivi progettare la nuova PAC diventa un esercizio sterile»

ROMA - «L’Europa ha bisogno dell’agricoltura e di una politica agricola comune che si ponga l’obiettivo della redditività e della competitività delle imprese». Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni nella sua prolusione sulla «nuova Pac», nella Pubblica Adunanza in ricordo del prof. Mario Bonsembiante organizzata dalla Sezione Nord-Est dei Georgofili a Legnaro (Padova), presso il Campus Agripolis dell’Università degli Studi di Padova.

Vecchioni ha descritto, nel suo intervento, l’agricoltura come «un settore dinamico, mix di tradizione ed innovazione, competitivo sui mercati globali, al centro degli interessi di una società attenta ai ‘nuovi bisogni’, ovvero alla sostenibilità, alla sicurezza alimentare, alla produzione di energia da fonti rinnovabili».

Il presidente di Confagricoltura ha posto in rilievo: «Ci sono tre criticità da affrontare. In primo luogo quella finanziaria. Non ha senso progettare il grande piano di rilancio dell’Europa 2020 - nell’ambito del quale l’agricoltura ha un suo peso ed un suo ruolo - e poi non mettere a disposizione le risorse adeguate a tali obiettivi. L’Italia deve richiedere con forza il mantenimento in termini reali dell’attuale dotazione di bilancio, che è meno del 5 per mille del Pil comunitario».

Poi c’è la criticità redistributiva ovvero di una riassegnazione delle risorse tra Paesi, beneficiari e comparti. «In assoluto - ha sottolineato Federico Vecchioni - vanno salvaguardate le agricolture, come quella italiana, con più elevato valore aggiunto e di produzione».

Infine c’è la criticità del negoziato legata alla competitività. «La Pac del dopo 2013 dovrà ricalibrare le azioni per i pagamenti diretti, per gli interventi di mercato e per lo sviluppo rurale, sulle reali esigenze delle imprese».

Si è più competitivi poi se si concretizza la semplificazione degli adempimenti, degli oneri e della burocrazia con cui sono attuate le politiche, a livello europeo, nazionale e regionale. Ha concluso il presidente di Confagricoltura: «I costi della burocrazia in termini di tempo e oneri finanziari sono ancora eccessivi».