20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Costruzioni

In crescita l’export italiano del marmo

Nel periodo gennaio ottobre 2010 si conferma il trend positivo con incrementi per quantità e valori

CARRARA - Alla fine di ottobre 2010 l’export italiano di materiali lapidei (marmi, graniti, travertini e altre pietre) ha raggiunto la cifra di 1 miliardo 319 milioni e 276 mila euro che corrispondono a 3 milioni 533 mila tonnellate di grezzi e lavorati. Nel calcolo sono incluse anche 870 mila tonnellate di granulati e polveri.
Rispetto allo stesso periodo del 2009 si riscontra un aumento pari a +10,2% sui valori e +16,6% sui volumi, con le voci di maggior interesse e pregio, in particolare i marmi e i graniti lavorati, che presentano percentuali leggermente diverse rispetto a un anno fa: +10,04% sui valori e +13,5% sulle quantità.
Lo rende noto l’Internazionale Marmi e Macchine Carrara che, elaborando i dati Istat, rileva una sostanziale conferma del trend indicato in settembre che anticipava un miglioramento dell’export su base annua pur senza toccare i livelli del 2008.
Gli aumenti – secondo IMM – riguardano sia l’insieme dei dati sia le singole voci importanti, anche se l’aumento dei prezzi per i lavorati è più lento rispetto ai materiali grezzi che, in valore, crescono del +27,8% mentre i lavorati solo del +6,5%.

Le aree più importanti per l’export italiano sono ancora quelle dei mercati consolidati, anche se, da tempo, è in corso una contrazione del mercato nordamericano bilanciato da una crescita di importanza dei partner estremo orientali nel complesso fra i quali spicca la Cina.
La tendenza è confermata dalle statistiche che vedono il Nord America importare dall’Italia, per le voci di maggior importanza, 216 milioni e 798 mila euro privilegiando i lavorati di pregio mentre l’Estremo Oriente per le stesse voci ha importato per 216 milioni e 724 mila euro con una quota rilevante di grezzi. Le quantità importate dalle due aree sono perciò differenti e, di conseguenza, molto diversi sono i valori medi: più alti per il Nord America dove il mercato è rappresentato prevalentemente dagli Stati Uniti con il Canada assai meno importante, mentre per l’area asiatica il quadro è composto da molti Paesi, sui quali spicca per importanza, trend e dinamismo la Cina. Non è un elemento di valutazione secondario anche se, ragionando in termini di proiezioni future, il sorpasso è vicino, pur nelle diversità di profilo nei consumi e nella composizione delle voci.

L’area più importante in assoluto per l’export italiano resta quella dell’Unione Europea, con 392 milioni di euro, ancora in crescita (+7,5% sui valori) mentre, dopo un lungo periodo di espansione, registra un leggero arretramento la sponda sud del Mediterraneo. Rallenta anche l’export verso l’Europa non comunitaria anche se con un leggero aumento alla voce dei marmi lavorati.
Situazione diversa per le importazioni italiane (necessarie ad alimentare l’industria di trasformazione) che, sempre nel periodo gennaio ottobre 2010 sono state di un milione e 414.928 tonnellate per un valore di oltre 339 milioni di euro con una crescita nelle quantità (+3,7%) ma anche nei valori (+11,45%). È cresciuto l’import dei marmi e graniti grezzi, ma sono aumentate anche le quote di marmi lavorati, voce che, in cifre assolute resta comunque su livelli modesti, fermo restando che, sulle voci maggiori, le importazioni non hanno ancora recuperato i livelli raggiunti nel 2008.