Canale Navigabile, cento anni di polemiche
Coldiretti Lombardia: «Adesso perde anche acqua e allaga i campi»
ROMA - Una «falla» nell’unico tratto esistente del Canale Navigabile Cremona-Milano sta allagando i campi fra Crotta d’Adda e Pizzighettone. L’Aipo (L’autorità di Bacino per il Po) stima una perdita di almeno 80 litri al secondo e un costo di 6 milioni di euro per rendere impermeabile l’invaso che per adesso serve a una chiatta che una volta al giorno porta materiale di scarto verso una discarica di inerti.
«Oltre ai problemi sul tratto sospeso – spiega Andrea Ragazzini, funzionario dell’area ambiente della Coldiretti di Cremona – lungo gli argini abbiamo trovato delle falle laterali create dalle nutrie che scavano le loro tane lungo il percorso. I campi sono sempre allagati e gli agricoltori, tre grosse aziende che coltivano mais e allevano vacche da latte (Donzelli di Crotta, Parmigiani e Soffiantini di Pizzighettone, ndr.) non sanno più come fare».
«Se va avanti così quei terreni più che campi di mais sembreranno delle risaie o delle paludi» commenta la Coldiretti di Cremona, che invita a non lasciare passare altro tempo per intervenire su un’opera controversa che fa discutere dal 1911 quando l’Azienda Portuale di Milano ne iniziò la costruzione che si interruppe nel 1922 a Pizzighettone, dove si trova adesso esattamente un secolo dopo.
Nel frattempo ci sono state due guerre mondiali, la ricostruzione, il boom degli anni Sessanta, la crisi dei Settanta, l’esplosione del debito pubblico, l’attacco alle Torri Gemelle di New York e anche la seconda più grave crisi economica mondiale che si ricordi dal 1929 a oggi. Durante tutto questo tempo il progetto del Canale Navigabile è rimasto nel limbo mentre i costi stimati sono lievitati e oggi sarebbe necessario spendere almeno un miliardo di euro (intanto non si sa se ci siano i 6 milioni necessari a tappare i buchi del tratto esistente, ndr).
La Coldiretti delle tre province coinvolte, Milano, Lodi e Cremona ha sempre criticato il maxi progetto perché non utile oltre che devastante dal punto di vista agricolo, idrogeologico e ambientale. «Una preoccupazione – afferma la Coldiretti Lombardia – confermata anche da quello che sta succedendo oggi con l’unico tratto realizzato».
A marzo dell’anno scorso sembrava che la Regione Lombardia avesse stanziato i fondi necessari per «tappare la falla», ma a novembre è arrivata la doccia fredda: quei soldi servivano da un’altra parte e la delibera è stata ritirata.
«Stiamo seguendo la cosa due anni, la situazione più critica è nel tratto pensile del Canale, quello sospeso rispetto al piano di campagna: le infiltrazioni dal fondo attraversano la falda che si alza e inzuppa la terra come una spugna – spiega la Coldiretti di Cremona - abbiamo contattato tutti e messo in mezzo anche i nostri avvocati per assistere le aziende e ci aspettiamo delle risposte».
L’ingegner Angelo Ferrari, direttore dell’Ufficio di Gestione della Navigazione in Lombardia conferma che: le perdite esistono nel tratto compreso fra la conca di Acquanegra fin dopo la località Belvedere, che ha già in mano il progetto per impermeabilizzare l’invaso ma per adesso non ci sono i soldi per intervenire: «Dobbiamo anche verificare che il problema sia solo quello e stiamo organizzando un vertice con tutte le realtà coinvolte per fare il punto della situazione».
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