24 aprile 2024
Aggiornato 03:30
L'inflazione corre

L’agricoltura frena l’impennata dei listini alimentari

La Cia sottolinea che l’alimentazione è la «voce» che ha registrato uno degli aumenti più contenuti: più 0,3 per centro in termini congiunturali e più 0,9 per cento su base tendenziale

ROMA - L’agricoltura tiene ancora a freno la «corsa» dei listini dei prodotti alimentari sugli scaffali. La leggera ripresa dei prezzi sui campi, che tuttavia non compensa le gravi perdite registrate negli ultimi due anni (meno 18 per cento), ha, infatti, permesso di mantenere a dicembre 2010 sotto controllo le quotazioni al dettaglio che hanno fatto registrare su base congiunturale (rispetto al precedente mese di novembre) un aumento dello 0,3 per cento e su base tendenziale (nei confronti dello stesso periodo del 2009) dello 0,9 per cento, ben al di sotto della crescita dell’inflazione: più 1,9 per cento. Lo sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori a commento dei dati diffusi oggi dall'Istat.

EFFETTO CALMIERATORE - E così il settore agricolo, a differenza degli altri, è l’unico che, pur facendo i conti con una grave crisi, continua ad avere un effetto calmieratore sui prezzi al consumo degli alimentari. E questo specie in un periodo come quello delle festività di fine d’anno, che da sempre fa registrare aumenti. Le quotazioni al dettaglio, pur con alcune eccezioni, si sono mantenute assai lontane dai rincari avutisi negli anni passati.
D’altra parte, già nello scorso mese di novembre. il pane aveva visto un aumento dal novembre 2009 dello 0,4 per cento, le carni dello 0,7 per cento, il latte, i formaggi e le uova dell’1,7 per cento; mentre frutta e oli erano addirittura diminuiti, rispettivamente, dello 0,9 per cento e dell’1,6 per cento.
Sulle imprese agricole - avverte la Cia - continuano, però, a pesare i costi, a cominciare dai carburanti che, in seguito alla mancata reintroduzione del «bonus gasolio» e al vertiginoso incremento del prezzo del petrolio, che continua a registrare nuovi record, penalizzano duramente gli imprenditori. Basta dire che nei primi dieci mesi del 2010 la «bolletta petrolifera» per il settore agricolo è cresciuta di oltre il 28 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E per tante imprese, proprio a causa del caro-carburante, i rischi di «bilanci in rosso» sono, purtroppo, una dura realtà