19 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Consumi

Crollano le spese nelle festività: -12%

Indagine Osservatorio Adusbef e Federconsumatori: «Non riusciamo a comprendere da cosa derivi l’ottimismo di Confcommercio»

ROMA - Continuano a pervenire al nostro Osservatorio dati tutt’altro che positivi relativamente ai consumi nel periodo natalizio.
«Per questo, francamente, non riusciamo a comprendere da cosa derivi l’ottimismo di Confcommercio relativamente all’andamento delle spese in occasione delle festività natalizie, ma soprattutto non si capisce dove possa portare questo atteggiamento.» – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti, rispettivamente, di Federconsumatori ed Adusbef.

La realtà, purtroppo, è ben diversa: i consumi nel periodo di Natale sono andati addirittura peggio delle già negative previsioni stimate dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori. Tale previsione di spesa si aggirava intorno ai 5,5 miliardi di Euro. Il primo consuntivo sui dati a campione raccolti dal nostro osservatorio, invece, registra un ammontare che sfiora appena i 5 miliardi di Euro, con una caduta dei consumi del -12% rispetto allo scorso anno.
Secondo tali dati gli unici settori che hanno resistito al crollo sono stati quello dell’editoria, rimasto stabile, e quello dell’elettronica di consumo, che ha registrato un debole +1% (inferiore al +3% previsto in precedenza). Si riconfermano in negativo, invece: il settore dell’abbigliamento e delle calzature -14%; il settore dei mobili, dell’arredamento per la casa e degli elettrodomestici -21%; quello della profumeria e della cura della persona -9%; il settore dei giochi, giocattoli e dello sport -2% e persino il settore alimentare -2%.

Inoltre, dopo il crollo dello scorso anno, ed anche grazie allo «spostamento» degli acquisti dalle festività natalizie al periodo di vendita a saldi, questi ultimi resisteranno sui livelli già infimi raggiunti nel 2010, con una riduzione minima del - 2-3%. La spesa media a famiglia sarà di circa 277 Euro e solo il 45% delle famiglie sarà interessata da tali acquisti.
Incomprensibile, quindi, la mancata volontà di anticipare i saldi, come avvenuto nelle altre capitali europee e nelle metropoli mondiali.
Si evince da tutto ciò che il problema strutturale nel nostro Paese rimane quello di aumentare il potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso.