28 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Politica economica

200 anni per decomporre buste plastica

E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per la decisione del Consiglio dei Ministri di confermare lo stop all'utilizzato dei sacchetti di plastica dal 1 gennaio 2011

ROMA - Ci vogliono almeno 200 anni per decomporre le buste di plastica ed è importante la decisione di non perdere ancora tempo prezioso e farle uscire al piu’ presto dal mercato come è già stato fatto in altri Paesi. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per la decisione del Consiglio dei Ministri di confermare lo stop all'utilizzato dei sacchetti di plastica dal 1 gennaio 2011, senza proroghe.

Gli italiani - precisa la Coldiretti - sono tra i massimi utilizzatori in Europa di shoppers in plastica con un consumo medio annuale di 300 sacchetti a testa. In Italia arriva un quarto dei 100 miliardi di pezzi consumati in Europa dove vengono importati per la maggioranza da paesi asiatici come la Cina, Thailandia e Malesia. Il 28% di questi sacchetti diventa rifiuto e va ad inquinare l’ambiente in modo pressoché permanente poichè occorrono almeno 200 anni per decomporli.

Il problema non si limita a quello che si vede tra i rifiuti delle città, ma occorre pensare, per esempio, a quello che accade nei fiumi italiani e più in generale del mondo, quando le sponde ad ogni piena si trasformano in vere discariche; oppure alle isole di plastica degli oceani dove per un gioco di correnti si accumulano quantità enormi di rifiuti plastici galleggianti che quando si degradano avvelenano le catene alimentari, uccidendo migliaia di animali e soffocando gli organismi sul fondo dei mari. Sulla terraferma spesso i rifiuti di plastica sono bruciati e ciò comporta l’emissione di sostanze clima-alteranti come l’anidride carbonica e inquinanti come le diossine, composti pericolosissimi per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Inoltre, l’inquinamento derivante dai sacchetti non è legato solo allo smaltimento, ma anche alla produzione. Si stima, infatti, che per produrne 200 mila tonnellate vengano bruciate 430 mila tonnellate di petrolio.