28 agosto 2025
Aggiornato 06:00
Fiera di Verona

JOB&Orienta: presentati dati Unioncamere sui titoli di studio più spendibili

68.800 i laureati e i 243.000 diplomati assunti nel 2010. Oltre al titolo, richieste esperienza (anche stage) e competenze trasversali

VERONA – Segno positivo per le assunzioni di giovani diplomati e laureati nel corso di quest’anno: la ripresa del mercato del lavoro registra infatti anche una maggiore richiesta di qualificazione «in entrata» da parte delle aziende dell’industria e dei servizi, evidenziando come alle nuove sfide della ripresa il sistema produttivo risponda consapevole della necessità di innalzare la qualità del lavoro. Saranno 68.800 laureati a trovare occupazione nell’anno in corso, ossia 6.400 in più del precedente; invece toccano quasi quota 243mila i diplomati richiesti, segnando un aumento di 20.900 unità rispetto al 2009.

Numeri dal significato importante, emersi dall’analisi che Unioncamere ha elaborato, appositamente per Job&Orienta, il salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro, sulla base del Rapporto Excelsior per fornire ai giovani indicazioni utili riguardo i titoli di studio più spendibili nel mercato del lavoro, a partire dalle figure professionali più richieste, e ancora riguardo le competenze sulle quali sia strategico puntare. Un altro fondamentale elemento emerge dall’analisi di Unioncamere, infatti: se per alcuni titoli di studio, sia scolastici che universitari, la sola formazione è considerata sufficiente per un’assunzione, in altri casi nella scelta del candidato risulta decisivo in curriculum un’esperienza precedente, fatta magari durante uno stage, e alcune competenze trasversali.
Più nel dettaglio, per il 60% delle assunzioni di diplomati previste, le aziende chiedono un’esperienza, anche se piccola e in forma di stage; per il 66% nel caso dei laureati: averla nel curriculum già nel corso degli studi può aprire le porte a un lavoro per 1 laureato su 10.

È la stessa richiesta di un’esperienza pregressa a portare con sé inevitabili maggiori difficoltà di recruiting. Le aziende italiane considerano praticamente «introvabili» alcune figure professionali per le quali richiedono un laureato: a partire dai «white jobs» (le professioni legate ai servizi sociosanitari, la ricerca di nuovi mercati, la progettazione, l’ICT, l’educazione). Al primo posto gli sviluppatori di software e gli addetti al marketing: per oltre il 50% di loro si riscontra difficoltà di reperimento.
Sono particolarmente favoriti nello sbocco lavorativo in tempi brevi i laureati che cercano occupazione come infermieri, educatori professionali, addetti all’amministrazione, addetti alle operazioni bancarie front-office e programmatori informatici.

Rispetto invece ai diplomati, i dati dicono che 26 assunzioni su 100 sono difficili, contro i 19 su 100 rilevati nel 2009. Quelli provenienti dagli indirizzi tecnico-professionali, infatti, restano anche per il 2010 tra i più cercati dalle imprese private e, allo stesso tempo, tra i più difficili da reclutare. Difficoltà di reperimento che riguardano oltre il 40% delle assunzioni di diplomati per l’indirizzo legno-mobile, quello tessile-abbigliamento (entrambi comunque contenuti in termini assoluti) e quello meccanico: è quest’ultimo a registrare il più alto valore assoluto, toccando le oltre 9mila assunzioni «difficili».
Le figure più ricercate tra i diplomati degli istituti tecnici e professionali sono quelle commerciali, (che registrano tra l’altro una percentuale di difficoltà di reperimento piuttosto elevata), seguite dai profili legati all’amministrazione e alla contabilità, e dagli addetti ai servizi di pulizia, addetto vendite nella grande distribuzione, addetto alla contabilità.

Ma quali sono le competenze ritenute fondamentali dalle imprese in un candidato diplomato o laureato al momento dell’assunzione? Se per quelle di tipo tecnico-professionale, le imprese si dicono disposte a investire in formazione per sopperire eventuali carenze; rispetto invece ad alcune competenze tra quelle cosiddette trasversali, per assumere 2 laureati su 3 si considera indispensabile già in fase di prima valutazione la capacità di lavorare in gruppo e di risolvere i problemi. Per 1 diplomato su 2 è richiesta capacità di autonomia e responsabilità nello svolgimento dei compiti assegnati, capacità di collaborazione con gli altri per attività più complesse e gestione dei rapporti con la clientela.

L’analisi di Unioncamere, infine, rileva quanto le imprese guardino con attenzione all’offerta dei neodottori o neodiplomati: il 52% dei giovani laureati e il 57% dei neodiplomati sono considerati potenzialmente adatti a svolgere le professioni cercate dalle imprese. Anche nella loro valutazione risulta però fondamentale aver maturato un’esperienza in azienda anche con stage o tirocinio (esattamente in 2 casi su 3), e avere quelle competenze «trasversali» ritenute un fattore particolarmente importante.