9 settembre 2024
Aggiornato 00:30
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1/3 degli imprenditori italiani di PMI ha intenzione di assumere nuovo personale

Tra cui le mamme che tornano dopo il periodo di maternità

MILANO – Le PMI di tutto il mondo sono maggiormente preparate a rischiare per perseguire la crescita e ad assumere nuovo personale rispetto alle imprese di grandi dimensioni. Poiché in ogni economia le PMI generalmente incidono per oltre il 50% dell’occupazione, questo è un importante indicatore della futura crescita per ogni paese. Regus, leader mondiale di soluzioni spazi lavoro, ha sondato l’opinione dei titolari di impresa in tutto il mondo al fine di ottenere il quadro della situazione relativo al settore delle PMI. I due quinti degli imprenditori (40% netto) intervistati ha affermato che intende aumentare il numero di dipendenti nei prossimi sei mesi, rispetto al 36% netto della media delle imprese in generale. I titolari delle PMI sono anche pronti ad assumere madri che tornano a lavorare (36%) tanto quanto lo sono le aziende di più grandi dimensioni.

L’inchiesta ha sondato l’opinione di oltre 5 000 imprenditori in 78 paesi, intervistandoli sul recente andamento dei loro ricavi e utili, nonché sulla intenzione di assumere nuovo personale nei prossimi sei mesi. Inoltre, il sondaggio ha rivelato che i titolari di PMI sono maggiormente disposti alla flessibilità in termini di postazione di lavoro (76%) rispetto al totale delle imprese (66%); ciò indica che l’esigenza di alloggiare lo staff è una priorità e gli imprenditori riconoscono che deve essere gestita dai migliori professionisti del campo. In Italia, il 74% delle imprese è flessibile circa la postazione di lavoro, il 36% netto intende assumere nuovo personale e oltre un terzo delle aziende (34%) ha in programma di assumere madri che tornano a lavorare.

Mark Dixon, CEO del fornitore mondiale di spazi di lavoro Regus, commenta: «Le piccole e medie imprese confermano il proprio ruolo quali motori di crescita, che seguono le tendenze nazionali di ritorno alle assunzioni. Nonostante le statistiche non omogenee, gli indicatori della crescita complessiva relativi ai titolari di PMI mostrano segni di stabilizzazione. Rispetto alle grandi aziende già affermate, la realtà vissuta dalle PMI è il rischio, l’alta instabilità e la sensibilità alle fluttuazioni. D’altro canto, la volontà delle piccole e medie imprese di assumere nuovo personale è indicativa di una maggiore fiducia nella crescita a breve termine.

«In Italia, dove le PMI incidono per circa il 99,9% delle imprese, ci sono forti segnali che il settore delle piccole e medie imprese si sta preparando a cogliere il primo slancio della ripresa per investire nelle assunzioni. Piuttosto che operare tagli al personale, le PMI stanno scegliendo di aumentare la flessibilità degli uffici e di ridurre gli spazi lavorativi fissi al fine di attrarre e premiare le migliori risorse umane, quali le madri che tornano a lavorare, affinché possano godere di un miglior equilibrio tra vita privata e lavorativa».