25 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Agricoltura

Vecchioni al convegno di Fedagromercati-Confcommercio

Sinergia del mondo agricolo con i centri agroalimentari e con tutta la filiera: «aggredire assieme costi e gap strutturali»

ROMA - «La sfida è studiare assieme come sviluppare rapporti sinergici tra i produttori agricoli ed i rinnovati centri agroalimentari, così come si sta già facendo con la GDO. Promuovendo parallelamente diversi, ma complementari canali di vendita con mutuo vantaggio». Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni, intervenendo alla tavola rotonda organizzata da Fedagromercati-Confcommercio e dedicata ai rapporti tra la filiera ed i centri agroalimentari (che sono l’evoluzione dei classici mercati all’ingrosso).

Serve un impegno comune con i centri agroalimentari ed i mercati all’ingrosso, ma ancor più con tutta la filiera su obiettivi comuni, che sono poi quelli dichiarati da Fedagromercati: «Bisogna creare remuneratività a vantaggio della filiera e valore aggiunto per i consumatori».

«Possiamo senz’altro metterci a lavoro tutti assieme – ha evidenziato Vecchioni - tenendo però conto di almeno due aspetti che devono guidarci in questo percorso di collaborazione: i gap strutturali sono troppi (costi del trasporto e dell’energia, dotazione infrastrutturale, ma anche l’ Iva elevata) e frenano la competitività della filiera. L’utile è troppo basso per tutti, solo 3 euro su 100 spesi dai consumatori vanno a remunerare agricoltori, industria alimentare e distribuzione».

«La «fetta» della spesa dei consumatori è troppo esigua per costituire il territorio conteso tra i vari operatori – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura -. Non ha senso, né è proficuo, lottare per suddividersi un valore così modesto come il 3%. Piuttosto, bisogna «aggredire» assieme la restante parte della spesa del consumatore (ben il 97%) che va a remunerare altri fattori di produzione e servizi. Come quelli del costo del lavoro, che incidono sul 38% della spesa alimentare».

Ad avviso di Vecchioni c’è anche la necessità di migliorare la logistica, che oggi pesa in termini di inefficienza per circa il 30% di costi in più a scapito della filiera, ed incidere anche sugli altri «oneri esterni» di filiera (come packaging, energia, mezzi tecnici agricoli, trasporto): «Vanno contenuti con mutuo vantaggio».