Si negozia su soluzione ad hoc per le banche irlandesi
Dublino propone di attingere solo ai fondi della Commissione e del FMI mentre il deficit pubblico del paese viaggia verso il 32% del PIL
BRUXELLES - Le possibili soluzioni al problema delle banche irlandesi, e in particolare l'ipotesi di un ricorso 'selettivo' a una sola parte del meccanismo di assistenza finanziaria da 500 miliardi di euro predisposto dal maggio scorso per la stabilità dei paesi dell'Eurozona, sono al centro della discussione dei ministri finanziari dell'Eurozona, nella riunione dell'eurogruppo in corso a Bruxelles, nel quale l'Italia è rappresentata dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Anche se programmato da tempo, come sempre alla vigilia del Consiglio Ecofin, l'eurogruppo di oggi ha assunto il valore di una riunione di crisi (l'ennesima) proprio a causa delle fibrillazioni sui mercati finanziari provocate dalla questione irlandese e dal contagio che già comincia a farsi sentire sugli altri paesi più vulnerabili, a cominciare dal Portogallo.
DEFICIT AL 32% DEL PIL - Dublino, che nel 2009 aveva un deficit pubblico già molto alto (14% sul Pil) a causa della crisi finanziaria, quest'anno viaggia verso uno stratosferico 32% sul Pil, proprio a causa del salvataggio delle banche, che, secondo fonti irlandesi, peserebbe su questa cifra per ben 21 punti percentuali, mentre il disavanzo 'normale' dello Stato sarebbe limitato all'11%.
L'idea che stanno discutendo i ministri dell'eurogruppo a Bruxelles, fortemente propugnata dal governo di Dublino, è quella di ricorrere a un aiuto finanziario 'dedicato' alle banche irlandesi, attingendo solo allo European Financial Stability Mechanism (Efsm) da 60 miliardi di euro della Commissione europea, e ai prestiti dell'Fmi fino a 250 miliardi di euro, ovvero a due delle tre componenti del cosiddetto Fondo di Stabilità per l'Eurozona (European Financial Stability Facility - Efsf), ma non alla terza componente, le garanzie di credito degli Stati membri fino a 440 miliardi di euro. (Segue)
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