La polemica sui cambi si scalda dopo il maxi-surplus commerciale della Cina
Balzando a 27,1 miliardi di dollari dai 16,9 miliardi di un mese prima. Dopo giorni di dibattito a distanza domani al via il vertice di Seul
ROMA - Si fanno sempre più accesi i toni della disputa internazionale sui cambi valutari, mentre i leader dei grandi paesi avanzati e dei giganti emergenti si apprestano a confluire a Seul, dove da domani inizierà ufficialmente il vertice del G20. La riunione è stata anticipata, nei giorni scorsi e anche oggi da un prolungato e acceso dibattito a distanza su valute e politiche monetarie, che ha visto virtualmente schierate da una parte Cina e Germania, un inconsueto tandem tra i due maggiori esportatori mondiali, e dall'altra gli Usa, che invece sono in cronico deficit commerciale e che la scorsa settimana hanno innescato nuove polemiche a causa delle manovre della loro Banca centrale, la Federal Reserve.
Ma oggi è la Cina a tornare sotto accusa, dopo la pubblicazione degli ultimi dati su import-export. A ottobre l'avanzo commerciale cinese ha raggiunto il secondo maggior livello da inizio anno, balzando a 27,1 miliardi di dollari da 16,9 miliardi di un mese prima. Il surplus è del 22,9 per cento superiore a quello di un anno fa e secondo Ubs a fine 2010 la Cina avrà accumulato 200 miliardi. Se nei giorni scorsi erano gli Usa ad essere accusati di manovre destabilizzanti sui mercati, a causa delle misure della Fed, acquisti di titoli di Stato che possono indebolire il dollaro, con questi dati è il Dragone a tornare sotto il pressing di Washington, che da mesi picchia sul basso livello a cui viene artificiosamente tenuto lo yuan cinese. Oggi il presidente Hu Jintao ha respinto le critiche.
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