Thailandia, scatta la tassa contro rafforzamenti bath
Colpiti gli investimenti esteri sulle obbligazioni locali. Gli economisti scettici
MILANO - Stangata fiscale in Thailandia sugli utili che gli investitori esteri ottengono trattando obbligazioni locali: una tassa al 15 per cento che indirettamente dovrebbe servire a arginare i rialzi della valuta, il baht. Una misura che dovrebbe servire a mettersi al riparo dei sommovimenti legati al rigido sistema di controllo utilizzato dalla Cina sulla yuan, ma che lascia scettici gli economisti in merito alla sua efficacia. Il baht è ai massimi da 13 anni sul dollaro e secondo Barclays Capitalò questa decisione potrebbe moderare solo marginalmente le spinte, tanto che dai 29,98 baht di oggi il dollaro potrebbe ulteriormente calare a 29,25 baht sui prossimi 12 mesi.
Il ministro delle Finanze Korn Chatikavanij ha precisato che la nuova tassa colpirà solo i nuovi acquisti da parte di stranieri di titoli di Stato o bond emessi da società tailandesi. Il premier Abhisit Vejjajiva ha però avvertito che sono allo studio altre misure, inclusi sostegni diretti alle imprese locali che vedono a rischio le esportazioni a causa della forza della divisa.
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