19 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Convegno Confartigianato

L’agricoltura italiana tra tradizione e innovazione

Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni intervenendo a Roma al convegno di Confartigianato su Made in Italy

ROMA - «L’agricoltura italiana è fatta di storie di imprese e famiglie che si muovono sul solco della loro tradizione ma con dinamismo ed innovazione». Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni intervenendo a Roma al convegno di Confartigianato su «Made in Italy: storie di imprese e di famiglie».
Vecchioni ha evidenziato come, da una ricerca condotta da Confagricoltura con il Censis, emerga che c’è un cluster di aziende guidate da giovani dinamici, che prediligono la leva dell’innovazione e riescono a collocarsi in nicchie di mercato remunerative puntando su politiche commerciali altamente selettive ed evolute. Ed ha spiegato: «Dal 40 al 70% dei figli dei nostri imprenditori rimane a gestire l’azienda e questa percentuale è tanto più elevata quanto più l’impresa è economicamente solida».

«La classe imprenditoriale agricola si rinnova, in meglio, coniugando innovazione e modernità nel solco dei valori della tradizione - ha spiegato Vecchioni -. L’agricoltura italiana moderna razionalizza le proprie strutture e i propri processi diversificando la produzione, aggredendo i mercati in maniera moderna con strutture «a rete» e tecniche di commercializzazione che fanno uso di marchi, incorporando valore aggiunto con l’auto-trasformazione ed infine internazionalizzandosi in nuovi mercati».

E proprio nell’internazionalizzazione Confagricoltura ha visto sempre un elemento chiave del successo imprenditoriale.

Nei primi sette mesi dell’anno, mentre l’export complessivo è aumentato del 12,5% come ricorda la ricerca di Confartigianato, l’export di prodotti agricoli è cresciuto del 18 per cento. E l’export di prodotti agricoli è aumentato anche molto di più dell’export dell’alimentare trasformato, che è aumentato dell’8,1%, meno della media generale.

«Dobbiamo fare ogni sforzo possibile congiuntamente all’industria del settore, che trasforma il 70 per cento della materia prima nazionale, per conquistare assieme nuovi mercati, altrimenti - ha ammonito il presidente Vecchioni - si corre il rischio della delocalizzazione che spiazza anche i produttori agricoli».

Quindi Vecchioni ha posto l’accento sulla consonanza di Confagricoltura e della sua linea rispetto a due elementi emersi dalla ricerca di Confartigianato: la criticità dei costi della burocrazia e del lavoro rispetto alla competitività.

«Occorre - ha concluso - una politica mirata che elimini o limiti gli aspetti critici che rischiano di impedire la crescita delle imprese. Anche di quelle familiari e di quelle che, come recita il titolo del convegno odierno cercano di andare «oltre la famiglia»».