29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Crisi economica

Crollati i consumi delle famiglie nel 2009

Ciascun nucleo ha tagliato un importo medio annuo pari a 516 euro. Bini Smaghi: «L'Italia ha preso la botta più forte dalla crisi»

ROMA - Consumi delle famiglie italiane a picco nel 2009. Rispetto l'anno precedente, la diminuzione complessiva è stata di 12,6 mld di euro. Ciascun nucleo ha tagliato un importo medio annuo pari a 516 euro, per un risparmio mensile di 43 euro. Sono questi i primi risultati emersi da un'analisi condotta dalla Cgia di Mestre sulla spesa media delle famiglie italiane sostenuta nel 2009.
«La crisi economica scoppiata verso la fine del 2008 - spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - ha avuto delle ripercussioni gravissime sui consumi. Con un numero sempre maggiore di disoccupati, di cassintegrati e con la forte sfiducia che ha investito tutti i consumatori, abbiamo registrato una drastica riduzione delle capacità di spesa delle famiglie italiane che continua a condizionare negativamente l'economia del Paese». Ritornando ai dati, la spesa media mensile delle famiglie italiane è stata di 2.442 euro (-1,7% rispetto al 2008). L'importo in termini assoluti, ricordano dalla Cgia, è dato dalla somma della spesa media mensile per gli alimentari e le bevande (461 euro, pari al 18,9% della spesa totale) e di quella per i non alimentari (1.981 euro, pari all'81,9% di quella totale).

Bini Smaghi: «L'Italia ha preso la botta più forte» - Negli ultimi dieci anni l'Italia è il Paese europeo che è cresciuto di meno secondo quasi tutti i parametri economici e sociali. E' l'analisi esposta oggi da Lorenzo Bini Smaghi, in base a dati Eurostat, durante un convegno a Firenze organizzato dalla Federazione Nazionale del Lavoro. Bini Smaghi, membro del board della Bce, paragonando i dati fra i Paesi europei e il nostro Paese, ne deduce che «l'Italia ha preso la botta più forte» con la crisi. E, laddove vi sono segnali di ripresa, per l'Italia sono comunque inferiori al resto dell'Europa.
In più, sui settori dell'istruzione, della ricerca, e della competitività, il segno è addirittura negativo.
«Siamo tornati a dieci anni fa in termini di reddito», ha aggiunto Bini Smaghi, offrendo altri esempi di questo stesso tenore. Allo stesso modo, «l'italiano medio è più povero di quattro punti», e ancora: «l'Italia è l'unico Paese più povero in Europa rispetto a dieci anni fa».