25 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Unicredit

Rampl: il nuovo ceo arriverà presto

Intervista al Corriere della Sera: «Divorzio inevitabile, la vera causa non è la Libia. Serviva un nuovo leader». Geronzi: «Il capo della Spectre non sono io»

ROMA - «Alessandro Profumo non è una figura facile da sostituire, il mio impegno è fare presto». Ad affermarlo, in un'intervista sul Corriere della sera, il presidente di Unicredit Dieter Rampl. Il «divorzio» era «inevitabile», spiega Rampl, il quale ribadisce che la Libia «non è la causa» delle cambio al vertice dell'Istituto e afferma di essere pronto a spiegare ogni cosa al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.

«Dopo 15 anni era necessario un cambio di leadership. Le strategie non cambiano. E nel giro di qualche settimana al massimo avremo un sostituto adeguato a quella grande banca che è Unicredit», precisa il presidente. Lo screaning sarà «condotto su figure scelte all'interno, ma anche all'esterno del gruppo», prosegue Rampl.
Con Profumo, dice Rampl, si erano «accumulate distanze che non erano più sanabili» compresa una diversa visione sulla governance «innegabile». Rampl esclude che la politica abbia influito su questa vicenda.

GERONZI - «Mi dispiace deluderla, ma non sono io il capo della Spectre...». Il presidente di Generali, Cesare Geronzi, respinge la ricostruzione della battaglia in Unicredit come di una vittoria dell'asse Berlusconi-Geronzi che sarebbe stata volta ad abbattere lo strapotere dell'amministratore delegato Alessandro Profumo, e la definisce un «romanzo».
«Non ho niente contro Alessandro - replica in un'intervista al vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini - e mi sono sempre adoperato per la stabilità del sistema finanziario». Per Geronzi è «fantascienza» l'incontro tra lui e il premier durante la visita romana di Gheddafi.
«Io non ho nulla contro Profumo, e non ho mai avuto nulla contro di lui. Mi citi un episodio, uno solo, nel quale ci saremmo scontrati... ». E a La Repubblica che gli fa un elenco di episodi (la fuoriuscita dal capitale Rcs ai Tremonti Bond, la governance di Mediobanca al passaggio dello stesso Geronzi da Piazzetta Cuccia alle Generali), il banchiere di Marino risponde: «Non è affatto vero che io e Alessandro abbiamo litigato su questi punti. E soprattutto è una leggenda che Profumo fosse contrario al mio passaggio alle Generali».