20 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Agriturismo

Brancaccio: ristabilire un corretto rapporto con la natura

L’incoscienza e le nevrosi di alcuni turisti, specchio di una preoccupante involuzione culturale. Anche la scuola deve fare la sua parte

ROMA - Le cronache recenti raccontano di turisti esasperati dal gracidare delle rane o dal canto del gallo, soprattutto di turisti che perdono la vita nei boschi dove sono andati a raccogliere funghi. Si tratta - secondo Agriturist (Confagricoltura) - di preoccupanti testimonianze di una involuzione culturale cui, lodevoli quanto estemporanee raccomandazioni al senso della misura e alla prudenza, difficilmente potranno porre argine. Occorre una riflessione seria su quanto sta accadendo investendo soprattutto la scuola di un compito educativo che in passato era assicurato da spontanei trasferimenti di esperienza dagli adulti ai ragazzi.

«Noi agricoltori che proponiamo l’agriturismo - dichiara Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist (Confagricoltura) - registriamo di anno in anno una sempre più frequente intolleranza degli ospiti verso le manifestazioni concrete della natura. Ogni forma di vita diversa da quella umana, invece che suscitare curiosità e interesse, rappresenta piuttosto motivo di ansia e di protesta, anche quando occupa legittimamente il proprio habitat naturale. Le escursioni piacciono sempre di più ma sono affrontate, a volte, con disarmante superficialità».

La diffusione delle vacanze in campagna, secondo Agriturist, propone ormai gli stessi problemi delle vacanze al mare o in alta montagna: si affronta la natura come se fosse «costruita» dall’uomo e ad esclusiva misura dell’uomo, senza documentarsi sui possibili pericoli, sottovalutando i consigli dei più esperti, con la pretesa che ci sia sempre qualcuno pronto ad intervenire in caso di difficoltà.

«Si dovrebbe - prosegue provocatoriamente il presidente di Agriturist - prescrivere a tutti almeno una settimana di vacanza in agriturismo, per abituare al silenzio e ai «rumori» della natura; per imparare a conoscere gli insetti, gli uccelli e gli ormai pochi altri animali selvatici con cui conviviamo, rispettandone la presenza e trattandoli responsabilmente. E saper distinguere, con il consiglio di chi, come gli agricoltori, la natura la vive quotidianamente, una semplice passeggiata di qualche centinaio di metri da una escursione lunga e impegnativa, per la quale si richiede una adeguata attrezzatura e preparazione».