Mense scolastiche, il pesce d’acquacoltura batte il pescato
Indagine su “I prodotti d’acquacoltura nelle mense scolastiche”, realizzata dalla Demoskopea per l’Associazione Piscicoltori Italiani
ROMA - Il pesce di allevamento è l’alimento ideale da inserire nelle diete dei bambini, sicuro, sano, facile da preparare. Lo sostiene Confagricoltura alla vigilia dell’apertura delle scuole. E lo sanno bene anche le mamme, come risulta dall’indagine su «I prodotti d’acquacoltura nelle mense scolastiche», realizzata dalla Demoskopea per l’Associazione Piscicoltori Italiani, su donne con figli che frequentano mense scolastiche di età compresa fra i 3 ed i 14 anni, estratte da un campione rappresentativo della popolazione italiana per età, istruzione e occupazione.
Nel sondaggio, tutte le intervistate ritengono importante la presenza del pesce all’interno del menù delle mense scolastiche e il 73% ritiene adeguata la frequenza con la quale viene servito. L’82% è convinto che il pesce di provenienza italiana sia il migliore; filetti, tranci e spiedini sono i tagli più apprezzati da mamme e bambini.
Circa il 50% del pesce consumato è di acquacoltura, ricorda l’API citando l’indagine da cui risulta che le intervistate ritengono quello allevato meno esposto all’inquinamento, più garantito e controllato.
CATERING SOCIALE - Ma quello delle mense scolastiche – ricorda l’associazione che fa capo a Confagricoltura - è solo uno degli aspetti del cosiddetto «catering sociale» al quale l’acquacoltura guarda con sempre maggiore attenzione: ristorazione pubblica, mense scolastiche, ospedali che possono costituire sbocchi veramente interessanti per il comparto. E i produttori italiani sono pronti a raccogliere la sfida provvedendo a rifornire la grande ristorazione di prodotti trasformati, hamburger, filetti deliscati, involtini, nei quantitativi necessari. Ora, a parere dell’API, c’è bisogno dell’intervento di Enti e Istituzioni perché i prodotti dell’acquacoltura vengano inseriti nell’alimentazione. «Il pesce di acquacoltura soddisfa in pieno le esigenze di carattere «sociale», dando la possibilità a tutti – conclude l’associazione - specie ai giovani in età scolare, di poter mangiare almeno due volte la settimana il pesce, che è la soglia minima da rispettare per una dieta varia e un’alimentazione equilibrata».
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