3 maggio 2024
Aggiornato 15:00
Mercati finanziari

Il calo del rapporto prezzo/utili ridimensiona Wall Street

Il rapporto misura la quantità di denaro che gli investitori «pagano» per una performance in utile della società

NEW YORK - L'inquietudine degli investitori per l'incertezza economica globale ha offuscato la rilevanza di quello che fino a poco tempo fa era considerato un indicatore fondamentale per giudicare il valore di un'azione sul mercato: il rapporto prezzo-utili (P/E).
Introdotto negli anni '30 dagli investitori Benjamin Graham e David Dodd, il rapporto misura la quantità di denaro che gli investitori «pagano» per una performance in utile della società. Normalmente le società che riportano una forte crescita degli utili ottengono un più alto valore azionario e un più alto P/E.

Come scrive il Wall Street Journal, l'indicatore sta seguendo infatti un percorso del tutto inverso a quello tradizionale, e la sua funzione di unità di misura per prevedere l'andamento e il valore di un titolo si sta snaturando.
Basta pensare che nel secondo trimestre dell'anno le società americane hanno annunciato profitti record e battuto le aspettative di un margine in media del 10%, ma il mercato azionario è sceso del 5% questo mese.

Il rapporto prezzo/utili del mercato è in caduta libera. Ha perso mediamente il 36% nell'ultimo anno, il maggior declino annuale dal 2003, ed è ora a 14,9 punti, contro i 23,1 di settembre.
Il rapporto P/E come indicatore è stato fondamentale per cercare di attribuire un valore reale e affidabile alle azioni di una società. Ma l'incertezza economica è tale da prevalere sui criteri tradizionali. Cattive notizie sulla ripresa economica americana, crisi del debito in Europa e i rischi di una deflazione pesano inesorabilmente sull'umore degli investitori.
«Il mercato è preoccupato non solo di un calo, ma di peggio», ha detto Tobias Levkovich di Citigroup Global Markets a New York, «La gente vuole chiarezza prima di compiere decisioni con i suoi soldi».