19 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Al meeting CL

Marchionne: patto sociale: basta lotta padroni-operai

L'ad di Fiat da Rimini: «Serve uno sforzo comune su sacrifici e impegni. Non sono difendibili illeciti e sabotaggi, su Melfi noi corretti»

RIMINI - «Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è la contrapposizione tra due modelli: uno che si ostina a proteggere il passato e un altro che ha deciso di guardare avanti». Lo ha detto l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, al meeting di Cl a Rimini riferendosi alla vicenda di Melfi. «Serve un patto sociale, uno sforzo comune per condividere sacrifici e impegno e dare al Paese la possibilità di andare avanti» ha aggiunto Marchionne: «erigere barricate nel sistema alimenta la guerra in famiglia. Non so quali siano i motivi di questo scontro - ha aggiunto - quello che so è che fino a quando non ci lasciamo alle spalle i vecchi schemi non ci sarà mai spazio per vedere nuovi orizzonti».
Nello stabilimento Fiat di Melfi, ha aggiunto Marchionne, la Fiat «ha rispettato la legge e ha dato piena attuazione alla sentenza della magistratura» e ha aggiunto tra gli applausi che il Lingotto «non vuole farsi coinvolgere nel teatrino tv».

GUARDARE AL FUTURO - Quanto all'azione complessiva del gruppo, Marchionne ha rivendicato l'orgoglio Fiat, facendo notare come alcune scelte, tipo la produzione della Panda a Pomigliano, siano dettate più dal cuore che dal business. «La maggior parte delle persone ha compreso l'impegno e la sfida» ha detto l'amministratore delegato del gruppo torinese, che dal palco di Cl ha ringraziato esplicitamente i segretari generali di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti senza invece citare la Cgil, per la collaborazione dimostrata nel processo di rilancio della Fiat. «Grazie a Bonanni e Angeletti che ci stanno accompagnando in questo processo di rifondazione dell'industria dell'auto in Italia», ha detto Marchionne, suscitando un grande applauso della platea. «Se non ci adeguiamo al modo che cambia saremo costretti a gestire i cocci del passato», ha avvertito l'ad del Lingotto.

NAPOLITANO - «Ho grandissimo rispetto per il presidente della Repubblica come persona e per il suo ruolo istituzionale e accetto da lui l'invito a cercare di trovare una soluzione a questo problema». Così Marchionne ha risposto al Meeting di Rimini ai giornalisti che gli chiedevano quale fosse la sua posizione rispetto alla lettera che Napolitano ha inviato ai tre operai di Melfi. «Nella sua posizione istituzionale - ha continuato - accetto quello che ha detto come un invito a trovare una soluzione a mandare avanti le cose».

LA FIAT NON VENDE L'ALFA - Alla domanda se abbia intenzione di vendere l'Alfa, Marchionne ha risposto: «No. Ho detto che non la vendo». Quanto poi a contatti in corso tra Fiat e Volkswagen per la vendita del marchio, Marchionne ha precisato: «Non ci sono rapporti».
Parlando poi più in generale dei rapporti tra il Lingotto e altre case automobilistiche, Marchionne ha precisato: «Parliamo con loro, parliamo con i francesi, parliamo di tutto». Sulle eventuali collaborazioni industriali allo studio, ha precisato: «Mi guardo sempre intorno».