28 agosto 2025
Aggiornato 03:00
Meeting di Rimini

Tremonti: con diritti perfetti si delocalizza

Parla il Ministro dell'Economia: «La ripresa sarà incerta. Lo sviluppo non si fa con deficit e decreti, serve un piano comune. Riaprire il cantiere delle riforme»

ROMA - Come la crisi ha sorpreso «molti con la sua comparsa improvvisa, così la ripresa si presenta con margini di incertezza, disomogeneità e discontinuità tanto da essere per molti terra incognita». Lo ha sottolineato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel suo discorso al meeting di Comunione e Liberazione parlando delle cause della crisi.

DIRITTI - L'Europa dovrà rinunciare ai suoi standard elevati di tutela dei lavoratori perchè altrimenti le imprese continueranno a delocalizzare in altri continenti. Lo sostiene il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, secondo cui «se vuoi diritti perfetti nella fabbrica ideale rischi di avere diritti perfetti ma perdi la fabbrica, che va da un'altra parte. Una certa quantità di diritti non ce la possiamo più permettere. Non è il mondo che si può adeguare all'Europa, è l'Europa che si deve adeguare al mondo».

RIFORME - Bisogna «riaprire il cantiere delle riforme», individuare «le cose da fare». Tremonti ha sottolineato che bisogna «immaginare tutti insieme una politica che sia mirata allo sviluppo. Il governo - ha detto - ha il dovere di disegnare un software, di disegnare strategie», ma non basta solo il governo, serve «la collaborazione di tutti».

FISCO - Il governo deve andare avanti con la riforma fiscale, semplificando le aliquote ed eliminando i vecchi regimi. «Bisogna avviare la riforma fiscale - ha detto - avevamo iniziato un impegno su questo, poi è arrivata la Grecia. Bisogna ricominciare a ragionare sulla riforma fiscale, semplificando le aliquote, eliminando i vecchi regimi e dando spazio solo a tre agevolazioni: famiglia, lavoro e ricerca».
«Bisogna studiare - ha aggiunto il ministro - fare i giusti calcoli, perchè è il politico che firma l'assegno ma se poi l'assegno è scoperto lo pagano le famiglie. Vogliamo renderlo più semplice, ma solo sul presupposto della tenuta dei conti».