10 dicembre 2024
Aggiornato 18:00
Tassa di soggiorno

Asshotel: Alemanno tagli gli sprechi

«Le imprese alberghiere già soffrono per la crisi e nel 2009 sono riuscite a contenere le perdite solo riducendo i prezzi, mediamente dell’8%»

ROMA - «Il Sindaco Alemanno non può pensare che il gettito – stimato in 80 milioni –proveniente dall’istituenda tassa di soggiorno possa aiutare a rimpinguare il bilancio del Comune di Roma, né tanto meno ad assestarlo. Tra l’altro, l’iter del provvedimento per la reintroduzione della tassa di soggiorno a Roma non è ancora completato, perché manca il regolamento di attuazione della delibera, che dovrebbe arrivare entro l’anno, e soprattutto manca la definizione precisa del tipo di imprese turistiche alle quali dovrebbe far capo la tassa.

Le imprese alberghiere – afferma Filippo Donati, Presidente Asshotel – già soffrono per la crisi e nel 2009 sono riuscite a contenere le perdite solo riducendo i prezzi, mediamente dell’8%. Inoltre, per quanto è dato conoscere, la tassa è stata pensata solo per un determinato segmento del turismo, gli alberghi. Rappresenterebbe, poi, un pericoloso precedente per altri comuni. Nel momento in cui è in atto una contenuta ripresa della domanda interna e internazionale in Italia, una tassa creerebbe un danno al turismo oltre che all’immagine del Paese, considerato che Roma è la meta turistica italiana più attraente e che la notizia della tassa, che ancora non c’è, ha già fatto il giro di tutto li mondo. Suggeriamo al Sindaco Alemanno – conclude Donati – di cercare altrove le risorse per risollevare le sorti delle casse comunali, per esempio razionalizzando la spesa e intervenendo drasticamente sugli sprechi, in linea con gli interventi del Ministro dell’Economia e Finanze. A questo proposito torna d’attualità una vecchia proposta: lo Stato, tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze, potrebbe stornare alla città di Roma il 2% del gettito Iva derivante dalle attività turistiche della Capitale.

A Roma non arrivano solo turisti, ma anche cittadini con le motivazioni più varie (studio, sanità, affari, ecc.) e stabilire una tassa in un solo Comune appare non solo incostituzionale, ma un rischio certo per la libera concorrenza tra imprese ed è prevedibile che le scelte dei turisti e degli operatori dell’intermediazione si sposteranno laddove non grava un balzello in più».

«La tassa di soggiorno è stata abolita una volta per sempre – dice Giuseppe Canfora, Presidente Asshotel Roma e provincia, oltre che membro di Giunta nazionale Asshotel – e non è pensabile riproporla senza neanche valutare i danni che potrebbe provocare al turismo. I contenuti dell’istituzione di questa tassa, tra l’altro, non sono ancora chiari. Ancora non si sa, infatti, quali saranno le modalità di riscossione. Mi auguro – conclude Canfora – che il Vice Sindaco Cutrufo riprenda il tavolo di concertazione per i necessari approfondimenti sulla materia».