18 agosto 2025
Aggiornato 13:30
La crisi dell'occupazione

Dall'Europa agli Usa mercato del lavoro in difficoltà

La disoccupazione nell'area euro ferma al 10%. In Usa cala ma con gli esodi. In Italia il dato è stabile da tre mesi all'8,7%

ROMA - La ripresa economica globale non riesce ancora a innescare netti miglioramenti sul mercato del lavoro. Dall'Europa agli Stati Uniti oggi gli indicatori su questo versante cruciale hanno mostrato andamenti piatti, nel migliore dei casi, a riflesso di un quadro che resta difficile. Nell'area euro a maggio la disoccupazione media è rimasta inchiodata al 10 per cento, il livello più elevato dalla creazione della valuta unica, e per il terzo mese consecutivo secondo Eurostat. Rispetto al mese precedente sono stati registrati 35 mila disoccupati in più, che diventano 991 mila nel confronto con il maggio del 2009. Disoccupazione stabile anche guardando a tutta l'Enione europea a 27, al 9,7 per cento ma in questo caso a maggio si sono registrati 37 mila disoccupati in meno. Eurostat conta 23,1 milioni di disoccupati nell'Ue, di cui 15,8 milioni nell'area euro.

In questo quadro, con una disoccupazione all'8,7 per cento l'Italia si colloca al 16esimo posto nell'intera Ue, e più si è bassi in questa graduatoria meglio è. La disoccupazione in Italia, anche qui stabile da tre mesi secondo i dati Istat, è a livelli inferiori alla medie europee, ma è ai massimi dal 2004 e aumenta la disoccupazione tra i giovani, 0,2 punti in più in un mese e al 29,2 per cento. In Europa a maggio la disoccupazione giovanile ha mostrato lievi attenuazioni, calando di un decimale di punto sia nell'area euro che in tutta l'Ue a 27, rispettivamente al 19,9 per cento nella prima e al 20,5 per cento nella seconda.

Sempre mettendo a raffronto i diversi paesi europei, i livelli di disoccupazione più elevati si registrano in Lituania, 20 per cento, Spagna, 19,9 per cento, e Estonia, 19 per cento.

All'opposto secondo Eurostat i valori più bassi riguardano Austria e Olanda, con tassi di disoccupazione rispettivamente al 4 e al 4,3 per cento. Tutto sommato i dati di oggi si sono rivelati leggermente migliori di quanto prevedessero in media gli analisti, che non scontando una leggera revisione al ribasso sui livelli di aprile stimavano una disoccupazione media di Eurolandia al 10,1 per cento.

USA - Si sono invece rivelati in parte deludenti i dati giunti da oltre Atlantico, dove il dipartimento del Lavoro Usa ha già sfornato il rapporto mensile su giugno. Il tasso di disoccupazione ha segnato un inatteso calo, al 9,5 per cento contro il 9,7 per cento del mese precedente. Ma allo stesso tempo sono stati complessivamente persi 125 mila posti di lavoro, più del previsto a riflesso del venir meno di 225 mila posizioni temporanee create per un censimento nazionale. Nel solo settore privato sono stati creati 83 mila nuovi posti, in miglioramento rispetto a maggio ma meno dei 112 mila attesi in media dagli analisti.

Peraltro anche il calo della disoccupazione nasconde anche dinamiche negative: tornano infatti ad aumentare colore che, scoraggiati dalle difficoltà rinunciano a cercare un impiego. E in questo modo non vengono più calcolati tra i disoccupati, ma tra i non attivi: ne sono stati contati 652 mila in più. In media su giugno gli analisti prevedevano una dinamica opposta, e quindi una disoccupazione in aumento al 9,8 per cento con circa 110 mila posti complessivamente persi, incluso l'effetto della fine del censimento. Ad oggi il settore privato statunitense conta 7,9 milioni di posti di lavoro in meno rispetto ai livelli precedenti alla recessione, e a giugno nella prima economia globale si contavano 14,6 milioni di disoccupati totali.