29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
La manovra

Le regioni sul piede di guerra

«Manovra insostenibile, restituiremo le deleghe allo stato. Subito incontro con Berlusconi. Non ci dividerete»

ROMA - Regioni sul piede di guerra dopo il 'no' del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a rivedere l'ammontare dei tagli previsti in manovra che colpiscono prevalentemente le Regioni e gli enti locali: Il parlamentino dei governatori ha deciso «all'unanimità» di restituire le deleghe loro assegnate con la legge Bassanini per «l'impossibilità» di esercitarle (trasporto pubblico locale, mercato del lavoro, polizia amministrativa, incentivi alle imprese, protezione civile, servizio mareografico, demanio idrico, salute umana, invalidi civili, opere pubbliche, agricoltura, viabilità e ambiente).

Nel documento della Conferenza delle Regioni si chiede quindi «con urgenza al ministro per i Rapporti con le Regioni la convocazione di una Conferenza straordinaria Stato-Regioni: per sancire l'accordo per la riconsegna delle deleghe e delle competenze amministrative definanziate con la presente manovra; per la ricognizione riguardo ai Fondi FAS e dei Fondi comunitari ai fini di una piena utilizzazione di tali risorse; per la costruzione di modalità più equilibrate nella definizione degli obiettivi finali di spesa in relazione al patto di stabilita».

Nel documento c'è anche la richiesta di un «incontro con i Presidenti di Camera e Senato e con il Presidente del Consiglio per illustrare le gravi ripercussioni che la manovra comporterà per l'intero Paese e per la tutela di diritti fondamentali, previsti dalla Costituzione, per poi dare una doverosa informazione al Presidente della Repubblica».

I governatori confermano il giudizio di «irricevibilità e insostenibilità della manovra e la sproporzione della ripartizione dei tagli tra i diversi livelli di Governo, ribadendo la disponibilità a concorrere al risanamento dei conti pubblici» e sollecitano «l'istituzione di una Commissione straordinaria Governo-Regioni con il compito di verificare i costi di gestione delle pubbliche amministrazioni al fine di contribuire alla individuazione di ulteriori misure che producano ulteriori risparmi di spesa su tutti i livelli istituzionali da investire in chiave anti-crisi».

Infine, la Conferenza delle Regioni, stigmatizza il «clima di delegittimazione che sta subendo l'istituzione regionale, nonché dei tentativi di creare divisione tra le stesse, tra Regioni ad autonomia ordinaria e speciale». Ieri, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, premettendo che una riduzione dei tagli su Regioni ed enti locali non ci sarà, ha avanzato l'ipotesi di considerare le Regioni a statuto ordinario e quelle a statuto speciale in un unico «comparto» così che quelle a statuto speciale, secondo Tremonti «più ricche», possano contribuire di più.