28 marzo 2024
Aggiornato 19:30
La manovra

Condoni

ADUC: «Che i condoni rappresentino la negazione dello Stato di diritto e' indubbio»

ROMA - Alcuni senatori della maggioranza hanno tentato di infilare l'ennesimo condono edilizio nella manovra finanziaria attualmente in discussione in Parlamento. Che i condoni rappresentino la negazione dello Stato di diritto è indubbio, e premiare i furbi a scapito degli onesti è una cosa che fa ribollire il sangue. L'indignazione che sale è più che giusta ma deve fare i conti con una tradizione storica che dura da 700 anni, da quando cioè nel 1300 Bonifacio VIII indisse il primo Giubileo. Il nome Giubileo sta, appunto, ad indicare condono, in questo caso condono dai peccati previo esborso di denaro. Questa ricorrenza si «festeggia» da secoli e i tempi intercorrenti, tra l'uno e l'altro Giubileo, sono stati sempre più abbreviati: oggi si celebrano ogni 25 anni. Per la ricorrenza di quello del 2000, lo Stato italiano (cioè noi) ha dato un contributo di circa 6.000 miliardi di lire e si è accollato il 50% delle spese (40 miliardi) per la costruzione del parcheggio del Gianicolo, in territorio Vaticano.

Molti ricorderanno che la compravendita delle indulgenze fu la miccia che accese la riforma luterana e, successivamente, la controriforma cattolica. E' insita quindi nella nostra «cultura» l'idea che, prima o poi, a remissione delle nostre colpe (tributarie, previdenziali, assicurative, edilizie, ecc.) arrivi un provvedimento di clemenza, più o meno oneroso. Giusto, quindi, che si levino grida di dolore per il diritto infranto (non possiamo che concordare), ricordando però che solo negli ultimi trent'anni di condoni vari ne abbiamo contati 17 e che quello edilizio del 1985 era stato sostenuto da un'area politica esattamente opposta a quella che lo promosse nel 1994 e che lo propone oggi. Rassegnarsi? No di certo, ma cosa si fa nei confronti dei Sindaci che in questi anni hanno consentito gli abusi edilizi? Non sono loro, di qualunque estrazione politica, i responsabili primi del controllo del territorio?

Primo Mastrantoni, segretario Aduc