Cina, stabile il tasso di cambio dello yuan
Ieri il governo di Pechino si è detto disponibile a rendere flessibile la propria moneta
PECHINO - Per il momento, la Banca del Popolo di Cina mantiene stabile il tasso di cambio e non anticipa alcun modifica nel valore dello yuan. Lo ha precisato lo stesso istituto centrale cinese il giorno dopo l'annuncio del governo di Pechino di essere disponibile a rendere flessibile il cambio della propria moneta rispetto al dollaro. «Al momento non ci sono le basi per maggiori fluttuazioni o aggiustamenti nel tasso di cambio dello yuan», si legge sul comunicato pubblicato sul sito della banca.
La decisione presa ieri della Cina è stata accolta positivamente da Stati Uniti, Fondo monetario internazionale e Commissione europea. Nel corso dell'anno il governo cinese si era impegnato ad attuare riforme in questa direzione spiegando però che i cambiamenti sarebbero stati graduali, come confermato oggi dalla Banca del Popolo.
Già nel luglio del 2005 la Cina aveva adottato una politica monetaria di fatto favorevole agli Usa, che in tre anni aveva portato a una rivalutazione dello yuan sul dollaro pari al 21%. A fine 2008 però il concambio con il dollaro è stato bloccato per sostenere la competitività delle esportazioni cinesi nel pieno della crisi economica internazionale.
La rivalutazione dello yuan è uno degli obiettivi della politica estera dell'amministrazione Obama, poichè uno yuan più forte rispetto al dollaro renderebbe le esportazioni cinesi più care e meno competitive sul mercato americano, mentre i consumatori americani sarebbero spinti a comprare prodotti americani a beneficio dell'economia Usa. Per questo il presidente Usa ha manifestato il suo apprezzamento per l'annuncio di Pechino, giudicato «un passo costruttivo che può aiutare a preservare la ripresa e contribuire a una economia globale più equilibrata».
Parole di soddisfazione anche da parte del segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, dal direttore del Fmi Dominique Strauss-Kahn e dalla Commissione europea.
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