Lavori in corso sui criteri valutazione debito
Rehn: «Siamo consapevoli della situazione». L'Italia è pronta al veto se non esamineranno anche il debito privato
BRUXELLES - La Commissione europea è consapevole della posizione dell'Italia a favore dell'inclusione del debito aggregato (quello pubblico insieme a quello dei privati e delle società), e non più solo dell'indebitamento dello Stato, fra i nuovi criteri di valutazione della sostenibilità finanziaria dei paesi membri, ma non ha ancora preso una posizione definita sul tema, che fa parte dei «lavori in corso» sulla riforma del Patto di stabilità e sul rafforzamento della 'governance' economica dell'Eurozona.
Lo ha spiegato il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, durante una conferenza stampa oggi a Strasburgo, rispondendo alle domande dei cronisti italiani. Ieri, durante la riunione del Consiglio Ue a Lussemburgo, il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva riferito il suo disappunto nello scoprire che il riferimento alla proposta sul debito aggregato non compare nella bozza di conclusioni del vertice Ue di giovedì, dedicato in parte proprio alla riforma del Patto di stabilità, e aveva annunciato in possibile veto del premier Berlusconi contro il documento.
«Conosco le posizioni dell'Italia su debito pubblico e privato, e sono convinto - ha detto Rehn - che dobbiamo sviluppare dei criteri di valutazione sul debito che abbiano senso a livello sia concettuale che operativo. I lavori sono in corso su questo, e intendiamo fare presto delle proposte concrete, insieme alla proposta sul 'semestre europeo' (l'esame multilaterale preventivo dei bilanci degli Stati membri, prima della loro approvazione parlamentare, ndr)», nell'ambito della riforma del Patto di stabilità, che introdurrà nuove sanzioni e affronterà anche gli squilibri economici e di competitività fra i paesi membri. Approfittando del momento favorevole, «vogliamo fare in modo che il nuovo sistema sia predisposto entro l'inizio del prossimo anno», ha sottolineato il commissario.
«Sul debito - ha concluso Rehn rivolto ai cronisti - la mia opinione si sta evolvendo; intendo tornare da voi a dirvi cosa ne penso tra qualche settimana, quando avremo completato i lavori su un tema così importante».
- 31/08/2018 L'Argentina piange (ancora): peso a picco e tassi su del 60%. La ricetta neoliberista di Macri non funziona
- 17/05/2018 Cosa dicono quelli che dicono che non possiamo uscire dall’euro né cancellare il debito
- 16/05/2018 Cancellare una parte del debito: una proposta sacrosanta, che scatenerà l'ira dei mercati
- 10/05/2018 Argentina come la Grecia: dopo la speculazione, la troika del Fondo Monetario. Breve storia di un paese senza futuro