25 aprile 2024
Aggiornato 03:30
La manifestazione degli statali

Epifani: la manovra colpisce i deboli e fa danni

Corteo dei dipendenti pubblici, pensionati, studenti e precari contro la manovra economica del governo

ROMA - E' una manovra economica iniqua quella del governo, perché colpisce i più deboli, i pensionati, gli statali, mentre non tocca le alte rendite finanziarie: il segretario di Cgil, Guglielmo Epifani, ha sparato a zero dal palco della manifestazione contro la manovra bis ieri a Roma.
«Siamo tanti e non credo di esagerare se dico che siamo 100mila«ha detto Claudio Berardino segretario generale di Roma e Lazio, in piazza del Popolo. Secondo fonti della Questura, però, in corteo hanno sfilano in 25mila.

INIQUA - La manovra è «iniqua» e colpisce «solo i redditi medio-bassi e non stimola l'economia» ha detto Epifani, spiegando, durante la manifestazione organizzata dagli statali. «Chi guadagna bene non paga neanche un euro per il risanamento del paese». Questa manovra, ha aggiunto, «non stimola l'economia, gli investimenti e soprattutto l'occupazione dei giovani» e inoltre «non contiene nessuna riforma. Basta pensare - attacca il segretario Cgil - al tema delle pensioni e a quello che si sta creando con tutti questi innalzamenti senza alcuna logica».
La Cgil chiede così «al Parlamento di cambiarla perché ci sono troppi fattori di iniquità, c'è una parte della popolazione, soprattutto lavoratori pubblici ma anche privati, che pagano tantissimo e c'è una parte del paese che non viene chiamata a fare i sacrifici che potrebbe fare. Noi siamo disposti ai sacrifici ma non vogliamo farli da soli. Chi ha un reddito tra i 100mila euro e 1 milione di euro, ha le barche, i panfili, i campi da golf e i castelli, non paga neanche un euro. Non è invidia, ma perché se il problema è salvare il Paese paga solo chi non arriva a fine mese, chi deve tirare la carretta? Una manovra di correzione dei conti pubblici è necessaria, la manovra va fatta ma non ci va bene come questo governo la sta facendo».

PRECARI - «Il provvedimento - spiega il sindacato - infligge tagli indiscriminati alla sanità pubblica e a quella privata (più di mille esuberi), espellendo dal mondo del lavoro il personale precario (oltre 3000 persone direttamente impiegate nei servizi sanitari). Come non bastasse, la manovra comporta anche un aumento delle tasse locali. Infatti, le misure del piano di rientro dal debito sanitario, vale a dire i dodici decreti firmati dal presidente Polverini sulla sanità, comporteranno l'inevitabile aumento dell'addizionale Irpef: si tratta di 180 milioni di euro, di cui 140 solo per il Comune di Roma». «Un incremento - si legge nella nota del sindacato - che sommato all'aumento delle tasse annunciato dal Campidoglio per recuperare 200 milioni di euro non più ottenuti dal Governo, significherà un onere ulteriore di 130 euro per ogni componente di nucleo familiare. Mentre nel biennio 2011-2012 il Lazio subirà un taglio ai trasferimenti di circa 950 milioni di euro». «I cittadini - conclude la Cgil - si troveranno perciò a subire la pesante contrazione dei servizi che spetta a Comune e Regione erogare: dall'acqua, ai rifiuti, alle strade, all'eliminazione delle barriere architettoniche, al trasporto su ferro, allo spettacolo (cinema, teatro, lirica)».

POMIGLIANO - E idealmente il segretario Cgil ha legato la protesta al «no» della Fiom al piano per Pomigliano d'Arco. Perchè la Cgil «sempre» avuto senso di responsabilità» ma allo stesso tempo «non piegherà la schiena». «Noi - ha detto Epifani - siamo convinti di dire cose giuste. Ci accusano di dire dei 'no', ma non è una scelta di libertà, perché se puoi dire solo 'sì' non è scelta libera».