19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
La manovra

Anm: c'è volontà di punire i Magistrati

Il Segretario Giuseppe Cascini: «Tagli inaccettabili: paghiamo più di altri, soprattutto giovani»

ROMA - «A pensare male si fa peccato, ma forse c'è da leggere nella manovra una particolare volontà di punire i magistrati italiani». Lo dice Giuseppe Cascini, segretario dell'Anm, al termine dell'incontro a palazzo Chigi in cui il sottosegretario Gianni Letta ha riconfermato ai vertici del sindacato dei magistrati i tagli al settore e in particolare alle retribuzioni.

La risposta sarà «sicuramente» uno sciopero, che sarà deciso dal direttivo convocato «d'urgenza» per domani o al massimo per sabato, ma anche una sorta di «sciopero bianco»: «Abbiamo preso atto - spiega il presidente Luca Palamara al termine dell'incontro - della conferma dei tagli che erano stati annunciati. Fino a questo momento per senso di responsabilità avevamo congelato ogni iniziativa ma ora convocheremo il comitato direttivo e siamo pronti allo sciopero e anche ad altre forme di protesta alternative allo sciopero». I magistrati «vogliono fare la loro parte in un momento così difficile per il Paese ma è grave che si preveda che chi guadagna di più paghi di meno. E' inaccettabile essere considerati un costo e non una risorsa. Ora basta, faremo sciopero ed altre forme di lotta». Aggiunge Cascini: «I magistrati svolgono funzioni non dovute per supplire alle carenze: rappresenteremo plasticamente cosa succederebbe se i magistrati smettessero di sacrificarsi per far funzionare la macchina». In programma anche «manifestazioni di protesta per spiegare lo stato di crisi e sofferenza della giustizia italiana, lo sfascio degli uffici giudiziari, le inadempienze e le inerzie del Governo e del ministero».

Cascini fa presente che nell'incontro con Letta «i tagli sono stati confermati nella versione peggiore: non solo il blocco degli scatti, ma anche dei passaggi di qualifica, che sono una particolarità del trattamento retributivo dei magistrati che riguarda soprattutto i più giovani». Dunque «il paradosso di questa manovra è che colpisce di più i magistrati che guadagnano di meno. La categoria è disposta a sacrifici necessari per far fronte alla grave situazione economica, ma chiediamo che siano equi rispetto alle altre categorie e all'interno della nostra categoria. Invece chi guadagna di meno, i più giovani, è chiamato a pagare 3-4 volte di più di chi guadagna di più. E' un'ingiustizia evidente».

Quanto ai margini di manovra per modificare il decreto, Cascini osserva: «Il testo è stato firmato, per ora sembra non ci siano spazi di mediazione. E' chiaro che utilizzeremo i 60 giorni della conversione in legge del decreto per convincere il Parlamento della necessità di modifiche».