19 aprile 2024
Aggiornato 15:00
La manovra economica

Financial Times: a Roma si perde tempo

Le critiche: «Mancano le riforme. Il Paese deve rilanciare la crescita e si eludono le misure strutturali»

ROMA - «Perder tempo a Roma». E' l'eloquente titolo scelto dal Financial Times articolo di commento dai toni critici sulla manovra illustrata ieri dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. La correzione dei conti c'è, e i provvedimenti dovrebbero ridurre il deficit di bilancio al 2,7 per cento del Pil nel 2012, anche se la portata delle misure, comunque «non trascurabili» è «modesta» rispetto a quelle che devono effettuare gli altri paesi del Mediterraneo. Ma poi le critiche: manca quasi totalmente di quegli interventi strutturali di cui il paese ha «stridente bisogno» per rilanciare la sua «arrancante economia», ad esempio sul mercato del lavoro.

RIFORME - «L'Italia sta sprecando un'altra opportunità - si legge -. Con l'eccezione dell'innalzamento dell'età pensionabile per le donne, le misure evitano la sfida» delle riforme. «Questo è due volte sgradevole, perché le fortune dell'Italia potrebbero esaurirsi». Nonostante l'elevato debito pubblico il paese è stato relativamente al riparo dalle tensioni di mercato innescate dalla crisi in Grecia, anche grazie a «una posizione di bilancio non così fragile come potrebbe sembrare e in parte grazie a una buona gestione del debito».
Ma con quest'ultima crisi la capacità dell'Italia di contrastare eventuali tempeste dipenderà dal residuo di fiducia che c'è nell'area euro, prosegue il quotidiano nella rubrica Lex Column. «Anche la sua capacità di crescere sarà un fattore critico» per tutto il recupero dell'Unione monetaria; e se alcuni parlato di un paese votato all'export, in realtà meno del 30 per cento dei beni italiani va all'estero, contro quasi il 50 per cento della Germania. «Quindi anche un euro debole aiuterà solo marginalmente». Le sue «croniche» performance a rilento della penisola, conclude l'Ft, richiedono cure più radicali.