20 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Indici in ribasso

Affondano le Borse europee. Piazza Affari perde il 3,45%

Sui mercati pesa la decisione di Berlino di vietare le vendite allo scoperto. Barroso appoggia la Germania su bando vendite allo scoperto

MILANO - Le Borse europee tornano ad accusare marcati cali, e se l'intento della Germania, con la messa al bando di alcune operazioni speculative al ribasso annunciato ieri sera, era quello di stabilizzare i mercati, al momento i risultati lasciano a desiderare. Di sicuro è riuscita a suscitare allarmi, soprattutto inizialmente visto che si tratta di una misura che ricorda le manovre estreme adottate dalle autorità nella fase di crolli innescata dal crack di Lehman Brothers, nel 2008. Tra ieri sera e stamattina questa mossa era stata seguita anche da una nuova caduta dell'euro, sotto 1,22 dollari ancora ai minimi da quattro anni. Poi in parte il quadro si è stabilizzato, anche perché Berlino per ora appare isolata: anche se il presidente della Commissione Ue, Jose Manuel Barroso ha appoggiato l'iniziativa, gli altri maggiori paesi dell'area euro non hanno deciso manovre analoghe.

Le Borse, dopo i recuperi di ieri, tornano a perdere. A Milano il Footsie-Mib ha chiuso con un meno 3,45 per cento, Parigi ha siglato gli scambi al meno 2,92 per cento, Francoforte meno 2,79 per cento, a tarda seduta Londra segna un meno 2,81 per cento. Di fondo continuano a pesare i timori di un indebolimento dell'economia dell'area valutaria, a seguito delle dure manovre correttive dei conti che vengono lanciate dopo la crisi di bilancio della Grecia. E si teme che una frenata di Eurolandia possa compromettere il resto dell'economia mondiale. La cancelliera tedesca Angela Merkel è tornata a insistere sulla necessità di difendere la divisa e risanare i conti: «se l'euro fallirà sarà l'Europa stesa a fallire». Complici anche alcuni dati Usa - dove l'inflazione torna a indebolirsi lasciando margini alla Fed per tenere i tassi di interesse bassi - nel pomeriggio l'euro cerca una stabilizzazione attorno a 1,23 dollari in una situazione di perdurante volatilità.

I grandi esportatori - Peraltro proprio in Germania c'è anche chi è tutt'altro che preoccupato dal deprezzamento dell'euro: i grandi esportatori. Basti tener presente che due anni fa, quando la divisa unica aveva raggiunto invece un picco massimo a 1,6038 dollari, un'auto tedesca da 50.000 euro negli Stati Uniti costava 80.000 dollari: oggi la stessa cifra risulta 'scontata' a 60.000 dollari grazie ai cambi. Di positivo oggi anche il fatto che la Grecia ha regolarmente onorato 9 miliardi di titoli di Stato in scadenza, grazie ai primi aiuti ricevuti proprio ieri dall'Ue, 14,5 miliardi di euro che si sono aggiunti a una prima tranche di aiuti, altri 5 miliardi ricevuti in precedenza dall'Fmi. Intanto a Wall Street, a tarda mattina il Dow Jones cala dell'1,37 per cento, il Nasdaq dell'1,68 per cento.