19 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Indici a picco

Euro e Borse, un altro venerdì nero

Wall Street in negativo dà la spallata finale alle piazze del Vecchio Continente: Milano a -5%, Madrid a -7%

MILANO - Dalle impennate di lunedì la settimana si avvia a concludersi con nuovi crolli delle Borse, mentre in Europa si riaccendono i timori sui deterioramenti dei conti pubblici di Grecia e altri paesi, che richiedono pesanti manovre correttive che rischiano di compromettere la ripresa economica sul lungo periodo. E' una tesi energicamente contestata dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, secondo cui i bilanci in ordine sono anzi un fattore indispensabile per sostenere fiducia e crescita, ma intanto anche l'euro torna a indebolirsi, oggi per la prima volta da oltre un anno sotto 1,25 dollari, ai minimi dal novembre 2008. Milano accusa uno dei ribassi più forti, con un meno 5,69 per cento del Footise-Mib nel pomeriggio e un meno 5,45 per cento del Footsie Italia all-share.

Torna un clima allarmistico mentre sembra svanire l'effetto calmierante delle massicce misure stabilizzatrici annunciate nel passato weekend dall'Unione europea, a cui si è affiancata la Bce con immediati interventi. Misure che erano riuscite a proiettare al rialzo i listini lunedì scorso, per poi proseguire con movimenti alterni più moderati nelle giornate successive. Oggi la seduta è iniziata al ribasso, che successivamente si è accentuato, ancor più dopo che Wall street ha a sua volta aperto in calo nonostante dati positivi dall'economia reale. Nel pomeriggio Londra cede il 2,79 per cento, Parigi il 3,41 per cento, Francoforte l'1,88. Pesante anche Madrid, con l'Ibex 35 al meno 6,16 per cento.

A favorire gli allarmismi anche alcune «sparate» intempestive del numero uno di Deutsche Bank, Josef Ackerman, che ieri sera ha sollevato nuovi dubbi sulla solvibilità della Grecia, e di un consigliere economico del presidente Usa Barcak Obama, Paul Volker - l'83enne ex presidente della Fed, nell'era Carter e Reagan - secondo cui se l'Europa non procede verso una maggiore integrazione «l'euro verrebbe messo in questione». Sul primo, Ackermann, su cui sono giunte critiche dalla stessa stampa tedesca, si registra una chiara presa di posizione del governo tedesco, che ha affermato di non avere dubbi su attuazione e idoneità del piano di aggiustamento dei conti della Grecia. Nel frattempo oggi l'euro è calato fino a 1,2433 dollari. La fase di debolezza ha poi riacceso gli acquisti sull'oro, che a Londra ha stabilito un nuovo record a un soffio da 1.250 dollari l'oncia.

Petrolio e oro - Quotazioni in forte diminuzione per il petrolio: il greggio cede il 4% a 71,42 dollari al barile, segnando il calo più forte dallo scorso 4 febbraio. Intanto c'è da segnalare il nuovo record dell'oro, che sfiora i 1.250 dollari l'oncia: al mercato di New York le quotazioni sono salite infatti fino a 1.249,20 dollari all'oncia.

Conti italiani - Secondo il «Fiscal Monitor» del Fondo monetario internazionale, si confermano sotto controllo i conti pubblici italiani, anche se l'alto livello del debito impone di mantenere alta l'attenzione. In particolare, lo studio prevede che il deficit italiano, a legislazione invariata, si attesterà quest'anno al 5,2% per poi scendere al 4,9% il prossimo, al 4,7% nel 2014 e al 4,6% nel 2015. Il debito salirà invece al 118,6% nel 2010, al 120,5% nel 2011, al 123,9% nel 2014 e al 124,7% nel 2015.