28 agosto 2025
Aggiornato 09:00
Editoriale

Salvataggio Euro: le Borse e mercati ci credono

Le piazze europee hanno salutato con rialzi record il piano da 600 miliardi

I segnali questa volta non sono stati ambigui. E’ stato chiaro quello lanciato dall’Unione europea, che ha messo sul tappeto una quantità di denaro da scoraggiare chiunque al momento volesse giocare allo sfascio: E’ stata chiara la risposta dei mercati che in coro hanno detto «ci crediamo».
Il risultato dell’operazione, la di là delle dichiarazioni interessate, lo testimoniano le cifre. Tutte le Borse europee stamani hanno risposto positivamente, anche quelle più coinvolte dalla crisi come quella greca e quella spagnola.
Vedremo a fine giornata quale saranno i dati definitivi, ma il trend, a partire dall’avvio di questa mattina dei mercati asiatici, è stato molto positivo.
Alcune Borse, come quella di Milano stanno marciando anche la di sopra delle aspettative: piazza Affari sta mettendo a segno un rialzo intorno all’8 per cento con titoli come Unicredito che viaggiano su un più 15, 2 per cento o Banca Intesa addirittura sopra il 18 per cento.

Quello che ha reso credibile il piano di salvataggio è stata la decisione della Banca Centrale europea di impegnarsi a comprare titoli pubblici, ma anche obbligazioni di emittenti privati, che non riuscissero a trovare compratori.
Inoltre è stata molto apprezzata la modalità con cui avverrà questo intervento.
La banca centrale europea non creerà altra carta moneta, operazione che avrebbe potuto rivelarsi anche più pericolosa della crisi, ma per finanziarsi venderà i titoli americani e forse anche quelli tedeschi in suo possesso.
Insomma si intaccheranno le riserve. Anche questa iniziativa presenta dei rischi, perché una volta effettuata o dà i risultati sperati oppure ci si lascia terra brucia alle spalle aprendo all’unica soluzione finale di stampare moneta.
Se invece andrà come tutti sperano si ridà benzina ai mercati con la speranza di tornare quanto prima alla normalità per potere riprendere quanto prima quel lavoro di mettere legna da parte che oggi è stato interrotto per procedere nel senso inverso.
Finora la scelta sembra giusta e a dimostrarlo è anche la ripresa dell’euro che è tornato sopra 1,30 rispetto al dollaro.
Un dato molto significativo è la discesa dei rendimenti dei titoli pubblici italiani rispetto agli equivalenti titoli tedeschi: oggi il rendimento dei titoli italiani a 10 anni è calato di 30 punti base che è pari all’1, 3 per cento. Questo è il segnale più evidente dell’ allentamento della tensione, perché corrisponde ad una rinnovata fiducia nel nostro sistema finanziario.
In definitiva i mercati finalmente hanno ritrovato una base dalla quale ripartire.
Ora si tratta però di rimettere mano alla gestione della finanza europea, così come si è impegnata a fare la Bce. affinché il destino di oltre 300 milioni di persone con continui ad essere affidato ad una rete di regole che finora hanno favorito solo i grandi speculatori e chi continua ad illudere i propri cittadini che crescita e prosperità possano essere fondate sui debiti o sul passaggio di mano schizofrenico di titoli finanziari che nella maggior parte dei casi rivelano di essere poco più che carta straccia.