19 agosto 2025
Aggiornato 00:30
G7-G20-Fmi

Washington capitale della finanza mondiale

Al G20 i ministri finanziari e i governatori dei singoli paesi alle prese con una ripresa dalle molte incognite

WASHINGTON - Washington si appresta a diventare, questo fine settimana, la capitale della finanza mondiale. Regolarità delle rotte aeree permettendo, la capitale statunitense ospiterà una serie di riunioni ad alto livello che permetteranno di fare il punto sull'economia mondiale, alle prese con una ripresa dalle molte incognite e sulla definizione di nuove regole finanziarie condivise.

Il primo appuntamento in calendario è fissato per giovedì sera, con una cena informale dei ministri finanziari del gruppo dei Sette (Stati Uniti, Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Canada, Giappone). Una formazione, quella dei Sette, che dopo la crisi economica sta perdendo peso a favore del gruppo dei Venti (G20) assai più rappresentativo, dal momento che include anche dodici tra i principali Paesi emergenti (Cina, Russia, Brasile, India, Sudafrica, Arabia Saudita, Argentina, Australia, Corea del Sud, Indonesia, Messico, Turchia).

E proprio i ministri finanziari e i governatori delle banche centrali del G20 s'incontreranno venerdì in un vertice dal quale, alla stregua di come avveniva in precedenza in queste occasioni col G7, dovrà scaturire un comunicato finale d'orientamento sui principali problemi economici aperti. L'Italia sarà rappresentata dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti e dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, presente a Washington anche in qualità di presidente del Financial Stability Board. Seguiranno, sabato e domenica, i tradizionali incontri primaverili del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale al quale parteciperanno i rappresentati di ben 186 membri delle istituzioni di Bretton Woods.

Sul regolare svolgimento di questi vertici incombe, tuttavia, l'incognita-voli a seguito delle eruzioni vulcaniche in corso in Islanda, che rischia di non far giungere negli Stati Uniti alcune delegazioni.

La riunione del G20 finanziario a Washington costituisce un segno dei tempi dal momento che occupa la collocazione temporale - il venerdì precedente le riunioni di Fmi e Banca Mondiale - che fino allo scorso anno era tradizionale prerogativa del G7 finanziario. Ma la sostituzione non implica la necessità di replicare i vecchi schemi, come ha sottolineato il presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick, che ha chiesto ai rappresentanti del G20 di non riprodurre lo schema di funzionamento del G7 nel rappresentare i loro «stretti interessi», ma di «guardare il mondo in un modo diverso» per affrontare anche problemi diversi da quelli dei Paesi ricchi.

La riunione del G20 fornirà l'occasione per fare il punto sugli impegni assunti collettivamente per il processo di ricostruzione dell'ordine economico internazionale. Da questo punto di vista, hanno affermato fonti del Tesoro statunitense, l'appuntamento permetterà di discutere il riequilibrio dell'economia mondiale del quale la questione del tasso di cambio dello yuan è uno dei tasselli.

Al centro delle discussioni anche la riforma della regolamentazione finanziaria e il ritorno a una situazione sostenibile nella finanza pubblica per molti stati dopo gli enormi deficit accumulati a causa con le spese sostenute per tirare fuori il mondo dalla recessione. Sul primo versante i risultati sono tutt'altro che lusinghieri dal momento che, a un anno di distanza dagli impegni presi a Londra dai capi di Stato e di governo del G20 per cambiare le regole della finanza nè gli usa nè l'Europa hanno ancora adottato leggi di riforma della regolamentazione finanziaria. Venerdì, inoltre, il Fondo Monetario Internazionale dovrà presentare al G20 il rapporto commissionato dai ministri di questo gruppo per uno schema di recupero dei fondi pubblici utilizzati per salvare le banche pubbliche durante la crisi. Secondo la Bbc il fondo proporrà d'imporre nuove tasse sugli istituti di credito.