27 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Caro benzina

L'esodo di Pasqua con il carburante alle stelle

Saglia: «Ipotesi decreto per riforma». Up: «Critiche infondate». Il Codacons passa alle vie legali con una denuncia per aggiotaggio

ROMA - Anche quest'anno quello pasquale è un esodo da «bollino rosso»: da stamattina, gli italiani hanno iniziato a riversarsi sulle strade e autostrade della penisola per le partenze. Per i rientri, il «bollino rosso» scatterà lunedì 5 aprile, alla sera, e martedì e mercoledì nella mattinata. Ma quest'anno l'esodo fra pizze pasquali e colombe avviene col portafogli più leggero: il pieno di carburante, che sia diesel o benzina, secondo i calcoli delle associazioni dei consumatori costa dieci euro di più che nella Pasqua dell'anno scorso. Allora la benzina costava in media 1,2 euro al litro, adesso è sopra gli 1,4 euro. Il prezzo del petrolio sale (ieri il barile ha sfiorato gli 85 dollari), ma nelle pompe la stangata è arrivata due settimane fa: la benzina costa fra tra 1,408 e 1,422 euro/litro, il gasolio tra 1,234 e 1,249 euro/litro.

Scaglia: «Occorre una riforma» - Un problema tutto italiano, lo ha detto chiaramente ieri il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, che non esclude il ricorso a un decreto legge: «Occorre una riforma per superare il divario del prezzo della benzina tra Italia e i Paesi Ue. Non abbiamo mai escluso la possibilità di un decreto legge che finora non è stato possibile assumere anche perché è necessario discuterne con i neoeletti presidenti delle regioni». In concreto, Saglia indica che «la riforma prevista dal Governo intende armonizzare gli interessi delle imprese e dei consumatori rilanciando il tema delle liberalizzazioni. I prezzi potranno scendere anche incrementando self e iper self fino all'80%».
E il leghista Divina, presidente della Commissione straordinaria del Senato sui prezzi, oggi in un'intervista al Corriere della Sera punta il dito contro l'Eni «a volte è la capofila dei rialzi. E' una contraddizione: se un governo dà soldi sotto forma d'incentivi per rilanciare i consumi, un'azienda pubblica come l'Eni non può mangiarseli scatenando i rialzi». In generale, secondo Divina, «c'è speculazione nel passaggio dal prezzo del greggio a quello alla pompa». L'Unione petrolifera che rappresenta le aziende respinge al mittente le critiche e ribadisce che le accuse su presunte speculazioni sui prezzi dei carburanti sono «palesemente infondate e finalizzate esclusivamente ad un facile consenso della pubblica opinione soprattutto nell'imminenza di periodi festivi».

Consumatori sul piede di guerra contro il caro-carburanti. Il Codacons passa alle vie legali con una denuncia per aggiotaggio e con la richiesta di sequestro delle pompe che hanno aumentato i prezzi nell'ultima settimana. L'associazione non esclude la possibilità di una maxi class action. «I rincari registrati nelle ultime settimane nei prezzi dei carburanti sono eccessivi e hanno portato i listini a livelli preoccupanti, a tutto danno di milioni di automobilisti che in queste ore si stanno mettendo in viaggio, e che dovranno sborsare mediamente 10 euro in più per un pieno rispetto ad un anno fa», afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. Per il Codacons «è indispensabile un intervento della magistratura e dell'Antitrust, cui chiediamo oggi di aprire indagini su tutto il territorio ipotizzando il reato di aggiotaggio. Indagini - prosegue Rienzi - finalizzate ad accertare eventuali anomalie a danno dei consumatori nella formazione dei prezzi di benzina e gasolio».