Tremonti: faremo la riforma fiscale
«Non colpiremo risparmio e casa. Abbiamo evitato il collasso dei conti pubblici. Dialogo aperto con tutti»
ROMA - Il governo farà la riforma fiscale senza mettere imposte patrimoniali o colpire il risparmio e la casa. Lo ha assicurato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, in occasione del dibattito sulla crisi in Aula alla Camera. Il ministro ha garantito, inoltre, che ci sarà un confronto con tutte le parti interessate.
Stiamo lavorando alla riforma fiscale, è fondamentale per rendere il nostro sistema più giusto ed efficiente, non possiamo continuare con la macchina disegnata mezzo secolo fa e poi solo rattoppata». Nel processo di riassetto, ha aggiunto, «non metteremo imposte patrimoniali e non colpiremo il risparmio e la casa. Discuteremo con tutti e su tutto: con le forze sociali, l'opposizione, in Parlamento, con gli organismi internazionali. Realizzeremo il programma elettorale che è stato votato dagli elettori».
Evitato il rischio collasso del bilancio pubblico - «Abbiamo evitato il rischio collasso del nostro bilancio pubblico. E se si facesse la scelta di aumentare il debito avremmo più tempesta», ha detto il numero uno di via Nazionale. «Oggi - ha aggiunto - la velocità di crescita del nostro deficit e del debito è inferiore alla media europea. E la sostenibilità del nostro debito, come ha scritto l'Economist, è migliore di quella di altri paesi». Inoltre la richiesta di correzione del deficit per l'Italia è dello 0,6% «la più bassa d'Europa».
La tenuta del sistema produttivo - Sul rischio del collasso del sistema produttivo, il ministro ha sottolineato che «il nostro sistema produttivo, pur colpito dall'esterno, ha tenuto. Gli ordinativi sono cresciuti nell'ultimo trimestre di oltre il 5% del 2009, anticipando un recupero del sistema. Siamo tra i paesi - ha detto - col più basso tasso di disoccupazione, all'8,6% contro il 10% dell'area euro, con l'inflazione in crescita nulla su base congiunturale». Nell'accesso al credito «riceviamo segnali di attenuazioni delle tensioni, mentre la pressione fiscale é del 42,7% contro il 43,1% del 2007. Abbiamo contribuito, affermo, perché il governo non é l'attore assoluto, a mantenere lo stato sociale e lo stato patrimoniale (sicurezza e sanità), e dobbiamo dire grazie a alle forze sociali e ai lavoratori». Tremonti ha attaccato le privatizzazioni che, ha detto, «sono tra le cause che hanno portato a differenziali negativi di produttività in Italia». Sono le patologie ha detto Tremonti, «causate dalle privatizzazioni fatte nel decennio passato, dai telefoni all'energia, alle autostrade. Chissà chi le ha fatte».
Riforme strutturali - In una fase di crisi il dovere dei governi è quello dell'equilibrio, della responsabilità e della prudenza ha detto Tremonti, spiegando che, a parte i maxi salvataggi bancari, nessun governo europeo ha fatto le riforme strutturali in questi due anni di crisi.
«Ho letto - ha affermato Tremonti - che in questi due anni di crisi altri paesi europei hanno fatto riforme strutturali, sarei grato se qualcuno mi dicesse quali paesi e quali riforme strutturali sono state fatte. Al netto dei mega salvataggi bancari a me non risulta che altri abbiamo fatto riforme. L'Italia invece ha impostato le riforme».
«Contro il movimentismo - ha aggiunto - il dovere della politica e del governo non è quello dell'avventura, ma quello dell'equilibrio e della responsabilità e nello scenario internazionale la politica del governo Berlusconi è considerata prudente e saggia».
Stoccata finale a Bersani - «Siamo un grande Paese ma siamo in una situazione complessa e critica e non si può governare con il «piccolo chimico«». Per Tremonti «non esistono formule magiche» e ha affermato di avere ascoltato «formule idrauliche, chimiche, di alchemia». Il discorso alla Camera si è chiuso con una stoccata a Bersani. «Onorevole Bersani, sui vostri manifesti è annunciato «In poche parole, un'altra Italia». Non so se è possibile la vostra Italia. So che non é preferibile».
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