24 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Istat conferma

Inflazione a febbraio +0,1% sul mese, +1,2% sull'anno

Trasporti: scendono i biglietti aerei, treni più cari

ROMA - I prezzi al consumo a febbraio sono aumentati dello 0,1% rispetto a gennaio e dell'1,2% rispetto a febbraio 2009. Lo rileva l'Istat, confermando le stime provvisorie ed il calo dell'inflazione rispetto a gennaio (era l'1,3%).
L'Istat segnala che l'indice armonizzato a livello europeo segna una variazione nulla su gennaio e un +1,1% su febbraio 2009. Per le famiglie di operai ed impiegati (indice Foi) l'aumento dei prezzi è stato dello 0,1% rispetto a gennaio e dell'1,3% rispetto a febbraio 2009, sia con i tabacchi che senza.

L'inflazione acquisita per il 2010 é dello 0,7%. Gli incrementi congiunturali più forti - segnala l'Istat a proposito del Nic, indice per l'intera collettività - sono stati registrati nel comparto abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,3%), nelle comunicazioni (+0,7%) e nel comparto degli spettacoli e ricreazione (+0,3%). A livello tendenziale gli aumenti più forti ci sono state nelle bevande alcoliche e tabacchi (+3,3%) e nei trasporti (+3,5%), negli altri beni e servizi (+3%) e nell'istruzione (+2,5%). Nel settore dell'abitazione, acqua e elettricità l'aumento congiunturale (+0,3%) si accompagna ad un calo tendenziale dell'1,4%.

Foccillo (UIL): «Rallenta l'inflazione» - Il rallentamento in Italia dell’inflazione su base annua e rispetto al mese precedente certificata oggi da ISTAT non è sufficiente a far presagire un miglioramento delle condizioni economiche di base. Il rallentamento non è dovuto ad una diminuzione dei prezzi, ma piuttosto alla stagnazione dei consumi. Non voglio trarre conclusioni affrettate ma bisogna aspettare ulteriori dati che saranno noti nei prossimi mesi per avere una conferma di quello che sta succedendo. Il vero problema resta, infatti, la salvaguardia dell’occupazione ed il miglioramento economico dei salari e delle basse pensioni. Certo che minore inflazione vuol dire minore salvaguardia dei posti di lavoro. Bisognerebbe, allora, intervenire, come la Uil sostiene da tempo, con un vero piano di rilancio dei consumi e di difesa del potere d’acquisto degli italiani