18 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Mercati finanziari

L'Ecofin rimanda il «giro di vite» sui fondi speculativi

Tolta dall'agenda la proposta di direttiva a cui si oppone Londra di un «passaporto europeo» per gli hedge funds

BRUXELLES - La proposta di direttiva europea per la regolamentazione degli «hedge funds» e dei fondi alternativi è stata ritirata dall'agenda del Consiglio Ecofin, in corso a Bruxelles, «al fine di avere più tempo per ottenere il sostegno più ampio possibile» da parte dei ministri dei paesi membri, secondo quanto ha riferito la portavoce della presidenza spagnola di turno dell'Ue, Cristina Gallach.

Il ministro spagnolo dell'Economia e presidente di turno dell'Ecofin, Elena Salgado, aveva sperato di poter convincere i colleghi dei Ventisette ad approvare la proposta per il giro di vite sui fondi speculativi, che ha già sollevato forti critiche da parte dell'Amministrazione americana e che vede l'opposizione di Londra, con il governo e Wall Street allineati. Ora dovrà riprovarci in un'altra occasione. La proposta «ritornerà sul tavolo dei ministri finanziari nel corso della presidenza di turno spagnola», ha detto la portavoce.

PASSAPORTO EUROPEO - Il testo, basato su una proposta di direttiva presentata dalla Commissione la scorsa primavera, prevede di limitare il «passaporto europeo» (ovvero la libertà di circolazione nel mercato comunitario) solo si gestori di «fondi alternativi» che abbiano una sede nell'Ue. L'idea di fondo è quella di costringere i fondi alternativi dei paesi terzi a rispettare le nuove regole, se vogliono operare sul mercato europeo.
La Francia appoggia la posizione spagnola e minaccia, in caso di modifiche, di bloccare la direttiva. La presidenza spagnola, ha preferito non forzare il dibattito per cercare di approvare la proposta a maggioranza qualificata, mettendo Londra in minoranza.

TREMONTI -  Il ministro italiano dell'Economia, Giulio Tremonti, ha definito il rinvio una decisione «realistica» da parte dell'Ecofin, visto che tra i 27 «non c'è sufficiente coesione».
«La cosa importante - ha detto - è che la macchina sia sia messa in movimento. Questo è molto importante, perché fino a qualche anno fa una discussione del genere con il Regno Unito era impensabile. È chiaro - ha aggiunto Tremonti - che non è semplice mettere insieme posizioni che sono state radicalmente diverse e che ora vanno via via convergendo».

BARNIER -  Per il commissario al mercato interno «Il problema degli hedge fund è molto importante, rappresentano la metà di tutte le transazioni, ed è un settore che oggi non ha regole né trasparenza». Per evitare quindi rischi sistemici e per non mettere in pericolo la competitività della Ue, che deve basarsi su mercati sani, Bruxelles ha l'obbligo di arrivare a delle regole nuove, ha spiegato. «Non ho pressioni da nessuno, né da Londra né da Parigi né da New York», ha poi precisato Barnier. «Ci daremo da fare e prima dell'estate arriveremo, assieme al Parlamento, ad approvare una normativa su hedge fund e private equity».