28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Pre-consuntivo 2010

Saldi di fine stagione deludenti per i commercianti lucani

Il 70% è contrario alla liberalizzazione, il 90% vorrebbe un avvio unificato in tutta Italia

POTENZA - Le valutazioni di pre-consuntivo dei saldi invernali 2010 formulate dagli operatori commerciali lucani appaiono, nel complesso, abbastanza deludenti. E’ quanto emerge da un sondaggio effettuato da Unioncamere Basilicata su un campione di 76 esercizi commerciali (56 del settore »abbigliamento» e 20 del comparto «calzature») realizzato attraverso la somministrazione diretta di un questionario strutturato ideato da Unioncamere Basilicata allo scopo di valutare l’importanza delle vendite a saldo e individuare periodi e modalità di svolgimento dei saldi più gradite agli operatori e più utili al commercio in generale.

Circa il 30% degli intervistati ha segnalato una flessione delle vendite rispetto ai saldi dell’anno precedente, mentre il 37% ha indicato una sostanziale stazionarietà. Soltanto per il 33% degli esercizi commerciali si è registrato un incremento che nella maggior parte dei casi è stato valutato come «lieve».

Sul piano generale, tuttavia, due commercianti su tre considerano molto o abbastanza importanti le vendite a saldo per il proprio fatturato. «I saldi di fine stagione rappresentano mediamente quasi un terzo del giro d’affari complessivo realizzato dagli esercizi commerciali nell’arco di un anno e costituiscono uno strumento di vendita strategico, da cui non si può prescindere – conferma il presidente di Unioncamere Basilicata, Angelo Tortorelli -. Occorre continuare a ragionare sulle modalità, sui vincoli, nonché sulla possibile liberalizzazione (moltissime sono le resistenze a tal proposito)».

Solo un commerciante su quattro infatti si dichiara d’accordo con una completa liberalizzazione, ritenendo che i «saldi liberi» porterebbero ad un aumento dei consumi (e, quindi, delle vendite) e ad una maggiore convenienza per i consumatori. Molto più numerosi sono i consensi circa l’eliminazione di qualunque tipo di vincolo alle vendite promozionali. In tal senso si è espresso, infatti, circa il 43% dei commercianti intervistati, per i quali ampliare le possibilità di acquisto a prezzi più convenienti per i consumatori è una priorità quindi che può essere garantita dall’eliminazione di ogni vincolo sulle vendite promozionali, piuttosto che dalla liberalizzazione dei saldi. Tra coloro che si dichiarano favorevoli alle vendite promozionali libere, inoltre, la quota di commercianti che auspicano anche una liberalizzazione dei saldi raggiunge il 40%. Nel complesso, vi è quasi un 20% di operatori che vorrebbe eliminata qualunque normativa di regolamentazione delle vendite.

In merito al periodo dei saldi, infine, ci sono forti consensi tra gli operatori circa l’opportunità di un inizio unificato dei saldi in tutt’Italia (lo richiede il 90% degli intervistati). Con specifico riferimento ai saldi invernali, soltanto il 12% dei commercianti è d’accordo con una partenza delle vendite nei primi giorni di gennaio (come previsto dall’attuale normativa); circa il 54% degli intervistati ritiene opportuno, invece, posticipare l’avvio dei saldi a fine gennaio, mentre un altro 24% auspica una data di inizio non precedente il mese di febbraio.