Consumi, Codacons: il problema sono i prezzi troppo alti
Dai dati emerge che a fronte di un calo consistente della domanda, i commercianti continuano imperterriti ad aumentare i prezzi
ROMA - Il Codacons è lieto che la Confcommercio, che appena un mese fa dichiarava, commentando l’Icc di dicembre, siamo «fuori dalla crisi» anche se a ritmo lento e «si conferma il graduale miglioramento dei consumi delle famiglie», si sia finalmente accorta dell’ «atteggiamento ancora prudente delle famiglie».
D'altronde, considerato che stando ai loro dati resi noti oggi, si è verificata a gennaio una flessione dell’Icc dello 0,3% rispetto a dicembre, e che i prodotti alimentari, tipicamente beni necessari, sono calati a gennaio addirittura del 2,9% in quantità e dell’1,9% in valore, sarebbe stato quantomeno singolare mostrare ancora tutto quell’ottimismo natalizio.
Dai dati, comunque, emerge che a fronte di un calo consistente della domanda, i commercianti continuano imperterriti ad aumentare i prezzi, in barba alle leggi della domanda e dell’offerta.
I dati più clamorosi sono per i Prodotti alimentati, calati a gennaio del 2,9% in termini di volumi acquistati, ma aumentati dell’1% rispetto alla dinamica dei prezzi ed Abbigliamento e calzature, calati in termini quantitativi del 4,2%, ma, nonostante la contrazione record (avvenuta peraltro in periodo di saldi), aumentati di prezzo dello 0,2%.
Sorge a questo punto spontanea una domanda: ma i commercianti, nemmeno durante i saldi abbassano i prezzi?
Il Codacons invita la Confcommercio a chiedere ai propri associati una riduzione dei prezzi e sconti veri, almeno pari al 20%, unica via per invogliare le famiglie a tornare nei negozi e rilanciare, così, i consumi.
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