29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Probabile chiusura per 4-5 impianti

Petrolio, raffinerie in crisi, a rischio 7.500 lavoratori

Questa la previsione fatta dal presidente dell'Unione petrolifera Pasquale De Vita

ROMA - Allarme dell'Unione petrolifera sul sistema delle raffinerie italiano che con la riduzione dei consumi e delle esportazioni è entrato in crisi. A rischio chiusura sono quattro-cinque impianti. A perdere il posto di lavoro potrebbero essere quindi fino a 7.500 lavoratori. Questa la previsione fatta dal presidente dell'Unione petrolifera Pasquale De Vita nel corso della conferenza stampa sul consuntivo dei consumi del 2009.

«Il sistema è entrato in crisi - ha detto De Vita - e significa che quattro-cinque raffinerie sono di troppo. C'è un problema di ridurre la consistenza del sistema industriale e in Italia alcune raffinerie come quella di Falconara sono già ferme per una riduzione della produzione».

Per ogni raffineria i lavoratori sono 4-500 più l'indotto che è due volte tanto. Dunque, secondo l'Up i posti a rischio potrebbero essere fino a 7.500. «E' una previsione - ha aggiunto De Vita - che sta con i piedi per terra. E' il vero problema. La raffineria è un settore fondamentale per il paese ed è in crisi. Bisogna che insieme affrontiamo questo tema».

Il presidente De Vita ha spiegato che con il 2009 la raffinazione ha perso in cinque anni 15 milioni di tonnellate. «Se inoltre - ha aggiunto - sarà applicato il sistema europeo '20-20-20' si perderanno altri dieci milioni di tonnellate e quindi si passerà da 90 a 60. Questo è il vero problema che abbiamo davanti e dobbiamo risolvere. Sono cambiati alcuni equilibri: le raffinerie dell'estremo Oriente, ad esempio, hanno costi molto bassi perché non hanno nessun vincolo ambientale e dunque siamo di fronte a una competizione sbilanciata». Per De Vita bisognerà fare un piano, un progetto «e vedere cosa mantenere e cosa no». A pesare è sia il calo delle esportazioni sia soprattutto il calo dei consumi della benzina che ha perso in cinque anni il 27%.