Le banche italiane a prova di calamità naturali
Terremoti, black out, incidenti, alluvioni: in caso di disastro, cosa succede all'operatività delle banche italiane
ROMA - Le banche italiane a prova di calamità. Al Workshop di Abi Lab sulla Business Continuity la fotografia delle soluzioni adottate dal settore bancario per rispondere a disastri ed eventi critici di portata eccezionale. Investimenti per oltre 350 milioni di euro dal 2005 ad oggi.
Terremoti, black out, incidenti, alluvioni: in caso di disastro, cosa succede all'operativita' delle banche italiane e ai dati su operazioni, pagamenti e conti correnti custoditi presso di loro? A tre anni dalle prime istruzioni di vigilanza di Banca d'Italia in tema di continuità operativa e disaster recovery, e a otto mesi dal terremoto in Abruzzo che ha messo alla prova sistemi e procedure degli istituti presenti sul territorio, la continuità operativa è una componente ormai consolidata nella vita delle banche italiane. Sul fronte della business continuity, infatti, il settore è andato anche oltre il dettato normativo, con l'obiettivo di raggiungere standard sempre più elevati di continuità e, dunque, di qualità del servizio. Coinvolgendo più unità organizzative e processi critici perfettamente integrati con le altre funzioni aziendali e investendo - per i soli interventi tecnologici - 350 milioni di euro tra il 2005 e il 2007, ai quali vanno aggiunti 21 milioni di euro l'anno per manutenzione, aggiornamenti e test.
E' quanto emerge dall'analisi compiuta da Abi Lab, il centro di Ricerca e Sviluppo delle Tecnologie per la banca dell'Abi, sulle soluzioni adottate dalle banche per rispondere in modo adeguato ai disastri e agli eventi critici di portata eccezionale. Alla rilevazione hanno preso parte 271 banche, che rappresentano l'87% del sistema in termini di personale e oltre l'83% in termini di sportelli, e i cinque principali outsourcer interbancari, che gestiscono i sistemi informativi di 471 banche per un totale di 8900 sportelli. Dall'analisi degli scenari di impatto all'identificazione dei processi critici, fino alla definizione delle procedure che, in caso di disastro, assicureranno la continuità operativa dei processi critici della banca, tra le principali cause che nel 2009 hanno attivato soluzioni di continuità il terremoto in Abruzzo (indicato dal 66% delle banche), ma anche eventi di minore entità come incendi, allagamenti, black-out elettrici (53%), problemi di natura informatica (47%), episodi di pubblica sicurezza come allarmi bomba e attacchi terroristici (2%) e traslochi (2%).
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