Agricoltura: in calo del 10% il valore della produzione 2009 in Emilia Romagna
Rabboni chiede un intervento di sostegno straordinario da inserire nella Finanziaria 2010
BOLOGNA - Un calo del valore delle produzioni su base annua di quasi il 10%. E’ quanto emerge dalle prime previsioni sull’andamento dell’annata agraria 2009 in Emilia-Romagna, che si è conclusa come di consueto l’11 novembre giorno di San Martino. Rispetto agli ottimi risultati del biennio 2007-2008, quando si registrarono livelli di fatturato assai prossimi alla soglia dei 4.000 milioni di euro, si registra pertanto una flessione attorno ai 350 milioni di euro, che riporta il settore agricolo regionale ai livelli di crisi del biennio 2005-2006.
A incidere maggiormente sull’andamento negativo del valore delle produzioni sono stati i cereali (-30%) e la frutta (-20%), mentre risultano al momento più contenute le perdite stimate per vino (-6,5%) ed allevamenti (-3,5%). Stabile è l’andamento di patate e ortaggi, mentre è in aumento il comparto delle piante industriali (+5%) grazie al positivo andamento del pomodoro.
La diminuzione del valore della produzione agricola incide in maniera fortemente negativa sui bilanci delle aziende agricole, già in difficoltà per gli ingenti costi di produzione sostenuti anche nelle precedenti annate. Si rischia così di mettere a repentaglio l’esistenza stessa di molte realtà produttive che oramai da troppo tempo producono sottocosto. In tale contesto, è ovviamente particolarmente grave la situazione dei comparti a più alta intensità di investimenti - come ad esempio quello frutticolo e quello lattiero-caseario – per i livelli di costo e, molto spesso, di indebitamento decisamente superiori alla media.
«I primi dati sull'andamento dell'annata agraria - ha dichiarato l'assessore regionale all'Agricoltura, Tiberio Rabboni - confermano l'esigenza di un intervento immediato di sostegno straordinario, da inserire nella finanziaria 2010.» Questa proposta - ha spiegato l’assessore - sarà al centro dell'incontro convocato per lunedì pomeriggio, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, al quale parteciperanno, oltre allo stesso Rabboni e a una delegazione di assessori regionali all'agricoltura, il sottosegretario Gianni Letta, il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Luca Zaia e il presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, Vasco Errani.
All’origine dell’andamento negativo del settore è il pesante ribasso dei prezzi agricoli indotto dalla crisi economica generale, che ha causato disoccupazione e perdite di reddito diffuse in vari strati della popolazione portando inevitabilmente ad una contrazione della domanda. Tutto questo ha coinciso con il processo di progressiva riduzione delle barriere protezionistiche a difesa del mercato europeo dei prodotti agricoli, determinato dalla riforma della PAC.
«Dobbiamo risolvere rapidamente - ha aggiunto Rabboni - un ulteriore problema, ovvero l'esigenza di garantire prezzi di acquisto dei prodotti tali da garantire almeno la copertura dei costi di produzione perché non si può lavorare in perdita. A questo scopo un ruolo importante può svolgere la grande e media distribuzione italiana e pertanto chiederò alle organizzazioni agricole regionali e cooperative e al ministero di lavorare a accordo quadro per definire un prezzo minimo di acquisto delle principali forniture agroalimentari di origine italiana, che rispettino standard qualitativi predefiniti. È una strada già percorsa, in funzione di soccorso, per le pesche e nettarine di Romagna e per l’uva da tavola di Puglia e Sicilia che va estesa, per tempo, a tutte le principali produzioni a rischio. Siamo alla vigilia di un altro anno che si annuncia di crisi. Bisogna attraversarlo con il minimo danno, preservando la parte migliore del potenziale produttivo agricolo italiano. Un obiettivo che riguarda tutti e che richiede l'impegno di tutti».
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