23 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Il primo round sembra averlo vinto il ministro Tremonti

Finanziaria: l'aula del Senato approva testo light

Ma dice no a Banca del Sud. Astensioni vertici Pdl su cedolare. Scontenti ora sperano in Fini

ROMA - Il primo round sulla Finanziaria sembra averlo vinto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che riesce a difendere il suo testo 'light' dal pressing di chi chiede misure per il rilancio dell'economia, a partire dai tagli fiscali. Eppure, il risultato nasconde un disagio interno alla maggioranza: con lo stop alla Banca del Sud tanto cara a Tremonti e con l'astensione di alcuni senatori del Pdl sul quoziente familiare e sulla cedolare secca al 20% sugli affitti, bocciate solo per un soffio dall'Aula del Senato. Ad astenersi sugli affitti sono anche il presidente e il vicepresidente del gruppo, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello.

L'istituzione della Banca del Sud viene rinviata. Il Pd, durante l'esame dell'Aula che ha approvato la finanziaria, fa notare che il tema, contenuto in un emendamento del relatore, non è stato trattato in commissione e la maggioranza ha buon gioco ad ammettere che è proprio così. Il presidente del Senato, Renato Schifani, seppur a malincuore, deve cassarla. Un tema, quello della Banca del Sud, che era stato motivo di scontro anche all'interno del governo tra Tremonti da una parte e i ministri dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, degli Affari Regionali, Raffaele Fitto, e dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo dall'altra. Poi arriva il segnale politico dell'astensione durante il voto in Aula.

Bocciate le «proposte» Baldassarri - Alla fine, alla prova del voto nell'Aula del Senato, le proposte più significative del pacchetto Baldassarri (Irap, quoziente familiare e cedolare affitti) vengono bocciate, ma il «no» è sul filo di lana. Sugli affitti i voti favorevoli sono 128 (le opposizione più Baldassarri), i contrari 117 e le astensioni, che a Palazzo Madama valgono come «no», sono ben 29 e arrivano dal Pdl, con i finiani in testa. Sull'Irap, votazione quasi fotocopia: 128 sì, 120 i no e 26 gli astenuti tutti del Pdl. Stesso discorso per l'Irpef: 126 voti favorevoli, 126 contrari e 22 astenuti.

Ora la Camera - Dopo il via libera della Finanziaria in Senato, ora la palla passa a Montecitorio, dove il pressing degli scontenti, sotto lo sguardo del presidente della Camera Gianfranco Fini, ricomincerà, anche perché nel frattempo saranno arrivati i dati sullo scudo fiscale e saranno più chiari i margini per nuove misure da introdurre nel provvedimento.