Consumi, Federconsumatori: avevamo ragione
«Ora ci si dia ragione anche sulle misure da prendere per contrastare questo disastroso andamento»
ROMA - «Se adesso anche le camere di commercio ci danno ragione, come confermano i dati diffusi oggi da Unioncamere relativamente alla caduta dei consumi del -4,8%, ora pretendiamo che ci si dia ragione anche per quanto riguarda le misure da adottare per risollevare la situazione!» – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Da mesi, infatti, l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha reso pubbliche le prospettive sulla contrazione dei consumi nel 2009, pari al -2,5%-3%, ed addirittura al -3,5% per quanto riguarda le famiglie a reddito fisso. Quest’ultimo dato, purtroppo, va rivisitato ed aggiornato, in quanto, in assenza di misure a sostegno del reddito fisso, la caduta dei consumi relativa a questa fascia è destinata ad aggravarsi, raggiungendo l’impressionante dato del -4%, con una contrazione dei consumi pari ad oltre 30 miliardi di Euro che influirà negativamente sulla qualità della vita delle famiglie e sull’intero comparto industriale.
A simboleggiare la gravità della situazione basta considerare il fortissimo calo dei consumi in un settore che, tradizionalmente, è considerato anelastico, quale quello alimentare (calo stimato oggi da Unioncamere nell’ordine del -5,9%).
«Se questi sono considerati segnali di ripresa, non osiamo figurarci in che situazione si troverebbe il Paese se le cose andassero male!» – dichiarano Trefiletti e Lannutti.
Infatti, la crisi, purtroppo, è tutt’altro che finita e, come conferma anche Bankitalia, l’onda lunga di cassa integrazione e disoccupazione deve ancora dispiegare tutti i suoi effetti negativi. Ciò contribuirà ad abbattere ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie, già ridotto ai minimi termini, influenzando così negativamente l’intero sistema economico. Non vorremmo che questo perverso meccanismo a spirale diventasse un fatto strutturale.
Per evitare che questo avvenga è urgente che Il Governo avvii «la cura» che rivendichiamo da tempo, cioè un intervento teso ad incrementare il potere di acquisto delle famiglie, attraverso:
- una detassazione del reddito fisso da lavoro e da pensione, per almeno 1200-1500 Euro annui;
- misure di sostegno per il reddito dei lavoratori precari allontanati dal ciclo produttivo e dei precari.
Una prima operazione, per mostrare la volontà di procedere in questa direzione, dovrebbe essere la detassazione della tredicesima mensilità.
Inoltre è necessario intervenire in direzione di un taglio del 15-20% sui prezzi dei prodotti, anche alla luce dei forti aumenti in tale settore, soprattutto per quanto riguarda pane, pasta e latte (così come certificato anche da Antitrust e Tar del Lazio), che, lo scorso anno, hanno determinato una caduta del potere di acquisto delle famiglie di oltre 470 Euro.
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