24 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Giornata mondiale della donna rurale

Più innovazione per sviluppare l’agricoltura e contrastare fame e povertà

Il Comitato delle coltivatrici della Fipa ribadisce l’importanza di delineare politiche che prevedano modalità e azioni che permettano una partecipazione a pieno titolo delle donne

ROMA - Le donne in agricoltura sono spesso custodi di pratiche e di conoscenze tradizionali che, se da un lato vanno salvaguardate e valorizzate, dall’altro richiedono di essere integrate con le evoluzioni della moderna ricerca. In tale contesto è essenziale delineare politiche di innovazione che prevedano modalità e azioni che permettano una partecipazione a pieno titolo delle donne. E’ questo uno dei passaggi del messaggio lanciato dal Comitato delle coltivatrici della Fipa (Federazione internazionale degli imprenditori agricoli), al quale si unisce l’Associazione Donne in Campo della Cia-Confederazione italiana agricoltori, in occasione della Giornata mondiale della donna rurale che si celebra oggi.

Il tema di quest’anno è quello dell’innovazione che, per le donne della Fipa, rappresenta un elemento fondamentale per la crescita dell’agricoltura e per combattere la fame nel mondo e proprio le donne rurali nel mondo rappresentano una realtà di grande rilevanza. E, quindi, c’è l'assoluta necessità di sostenerle concretamente nelle loro attività.
«La scienza e la tecnologia -afferma Karen Serres, presidente del Comitato delle coltivatrici della Fipa- hanno giocato un ruolo cruciale nel progresso, soprattutto produttivo dell’agricoltura. Oggi la ricerca non è più chiamata ad affrontare solo la sfida della produttività, ma deve anche tenere in considerazione i vincoli di sostenibilità ambientale. Le donne rurali sono vere protagoniste nella soluzione dei problemi della fame e della povertà e, di conseguenza, devono avere strumenti e mezzi innovativi per poter operare nel migliore dei modi».

Le donne che operano in agricoltura costituiscono più della metà della forza lavoro agricolo mondiale, «ma sono spesso -come ha avuto modo di affermare il presidente della Cia Giuseppe Politi nel recente vertice del Comitato Mediterraneo della Fipa, di cui è presidente, che si è tenuto a Catania- oggetto di discriminazione e sono più esposte degli uomini a povertà e sottosviluppo. Per questa ragione occorre che a loro venga riconosciuto il diritto alla terra, all’istruzione, alla formazione e all’accesso al credito e al mercato».
Bisogna, quindi, investire nelle donne al fine di organizzare attività a loro dirette e garantire diritti e dignità, assicurare strumenti validi e innovativi per una effettiva crescita dell’imprenditoria femminile.

Le donne hanno un ruolo vitale in quanto rappresentano un vero sostegno all'unità familiare e alla comunità. Esse assicurano i bisogni alimentari ed il benessere delle famiglie. Sono le protagoniste dei compiti agricoli, le sostenitrici delle attività che generano redditi agricoli e non agricoli, e le custodi delle risorse naturali e produttive. Tuttavia, le produttrici costituiscono sempre un gruppo emarginato nei processi decisionali del settore agricolo. Il loro potere di decisione e di influenza sulle politiche nazionali ed internazionali è ancora minimo se lo si paragona all'immenso contributo che portano nel settore agricolo.

Per questo motivo -sottolinea il Comitato delle Donne rurali della Fipa- è necessario il riconoscimento alle donne del diritto alla terra, alla sua proprietà, all'istruzione e favorire l’accesso al mercato e al credito. Bisogna, insomma, rafforzare sempre più il ruolo delle donne agricoltrici, assicurando loro strumenti e mezzi; garantire nelle organizzazioni agricole le condizioni affinché le donne dirigenti possano dar prova con efficacia della loro leadership.

L’Associazione Donne in Campo della Cia si unisce, pertanto, all’appello del Comitato delle coltivatrici della Fipa, evidenziando l’apporto fondamentale che le agricoltrici, nel mondo e in Italia, possono dare ad uno sviluppo agricolo equilibrato e compatibile, capace di garantire nel contempo la sicurezza dei bisogni alimentari e l’equilibrio demografico.