28 marzo 2024
Aggiornato 20:30
Politica monetaria

Banche asiatiche intervengono per arrestare caduta dollaro

Preoccupazioni per impatto su esportazioni. Il biglietto verde è scambiato in ribasso sull'euro, che vale 1,4806 dollari

NEW YORK - Alcune banche centrali asiatiche hanno prodotto oggi un massiccio sforzo per frenare la perdita di valore del dollaro sulle valute locali, in risposta alle preoccupazioni per un impatto negativo sulle economie dei rispettivi paesi, guidate dalla esportazioni. I trader, scrive il Financial Times, hanno notato chiari segnali che la maggior parte delle Banche Centrali della regione oggi abbia comprato dollari. Particolarmente attiva è stata la Banca di Corea, ma altri istituti centrali identificati dai trader sono la quelli di Thailandia, di Malesia, di Taiwan e di Singapore.

Non c'è unanimità di vedute su di un intervento della Banca del Giappone, che potrebbe non aver compiuto mosse sul mercato, nonostante lo yen si sia rafforzato a 88,22 dollari sulla piazza di Tokyo.

A Hong-Kong, la Banca Centrale cinese ha detto di aver iniettato nel sistema finanziario 8,525 miliardi di dollari di Hong-Kong per impedire alla valuta di salire oltre il limite fissato dal governo contro il biglietto verde.

A Taiwan i trader hanno visto chiari segnali di intervento della Banca Centrale per mantenere il dollaro sotto la barriera psicologica dei 32 dollari taiwanesi. A Bangkok l'istituto centrale ha confermato l'intervento per frenare la crescita del baht, aumentato del 4,5% sul dollaro quest'anno. «A volte la sua forza va oltre i fondamentali economici», ha detto Suchada Kirakul, un assistente del governatore della Banca Centrale di Thailandia.

Non è chiaro invece se la Banca di Indonesia abbia agito, ma negli ultimi tempi nel paese è stata forte la pressione sulle autorità da parte della comunità imprenditoriale per impedire che il rupaih cresca troppo e troppo rapidamente.

Gli interventi delle Banche Centrali arrivano in tempi difficili per il dollaro. Le valute asiatiche hanno subito una certa pressione verso l'alto dopo che l'Australia ha diffuso dati che indicano una forte crescita dell'occupazione ed è stato il primo paese del G20 ad alzare i tassi d'interesse dall'inizio della crisi finanziaria.

A metà giornata di contrattazioni a New York il biglietto verde è scambiato in ribasso sull'euro, che vale 1,4806 dollari, e anche sullo yen, a 88,31.