28 marzo 2024
Aggiornato 23:30
L'Italia torna in procedura per deficit eccessivo

Nell'Ue è pioggia di procedure su deficit, anche Italia nel mirino

Ma in caso italiano «debolezza strutturale», ripresa sarà «lenta». Tremonti: «è eccezionale, per effetto della crisi, la situazione europea»

BRUXELLES - L'Italia torna in procedura per deficit eccessivo insieme ad altri 8 paesi, tra cui Germania e Austria, tutti colpiti dalla crisi finanziaria e dalle vigorose misure messe in atto dai governi per contenerla. La Commissione europea ha presentato ieri il rapporto con cui ha mosso il primo passo verso l'apertura del dossier, che avverrà definitivamente a dicembre, portando a quota 20 il numero di paesi sotto la lente per il loro disavanzo eccessivo.

Nel caso italiano gli uffici del commissario per gli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, hanno stabilito che il deficit va considerato «eccezionale» per via della crisi economica, «ma non può essere considerato temporaneo», in quanto dopo il 5,3% del 2009, il governo punta su un rapporto deficit-pil al 5% per il 2010. Via XX Settembre ha commentato la notizia spiegando che la situazione italiana «non è eccezionale», ma «è eccezionale, per effetto della crisi, la situazione europea».

TREMONTI - Ieri sera, in audizione a Palazzo Madama, il ministro del Tesoro Giulio Tremonti ha osservato che «Di 27 Paesi si fa prima a dire quelli che sono dentro» le regole, «che sono il 10% del Pil. All'opposto, i Paesi che fanno il 90% del Pil europeo sono in deficit eccessivo e rispetto alle dinamiche di molti Paesi, che sono sopra il 10%, il nostro Paese è al 5%». Inoltre Tremonti ha osservato che le misure economiche e la Finanziaria varate dall'esecutivo sono improntate alla «prudenza» perché «questo governo rifiuta ogni forma di avventurismo sul deficit».

«DEBOLEZZA STRUTTURALE» - Tuttavia per la Commissione, oltre ai problemi di deficit eccessivo, che risparmiano solo piccoli paesi come Cipro, Finlandia, Lussemburgo, Bulgaria, Svezia, Danimarca e Estonia, l'Italia deve vedersela con la «debolezza strutturale» della sua economia che va avanti dagli anni '90 e che «continuerà ad incidere sulla crescita». Col risultato che, ribadisce Bruxelles, «la ripresa rischia di essere lenta», con un pil in recupero «in modo molto contenuto nella seconda metà del 2009, in linea con un moderato miglioramento del contesto economico globale e con alcuni recenti indicatori che suggeriscono un lento miglioramento nei prossimi mesi». Per la Commissione, l'Italia crescerà del -4,4% nel 2009, per poi riprendersi dello 0,1% nel 2010. Il governo punta su un -4,8% e un +0,5% rispettivamente.

DEBITO PUBBLICO - Ad incidere sulla decisione di aprire una procedura per deficit eccessivo ci sono inoltre le valutazioni sul debito. Per l'Italia «i livelli previsti di deficit e le stime di crescita per il 2009-2010 si allontaneranno dal valore di riferimento» del 60%, attestandosi al 113% per il 2009 e al 116,1% per il 2010 secondo la Commissione e al 115,1% e al 117,3% secondo il governo. Motivo per cui non si può dire che il debito sia «sufficientemente in calo e in corso di avvicinamento verso il valore di riferimento ad un ritmo soddisfacente». In una situazione come questa Bruxelles ha ribadito il proprio giudizio positivo sul piano anticrisi messe in atto dal governo, sottolineando come si tratti di una » risposta adeguata al problema del rallentamento economico alla luce del debito molto alto». Infatti le misure «non dovrebbero pesare in modo considerevole sui conti pubblici, in quanto dovrebbero avere un impatto complessivo neutro sul bilancio grazie a delle misure di finanziamento», in linea con le raccomandazioni europee.