27 aprile 2024
Aggiornato 02:30
«Lamentele causate da desiderio di sapere regole finali»

Draghi: «Su retribuzione banchieri italiani anticipati principi Fsb»

«Ma ci sarà bisogno revisione alla luce nuovi principi»

ISTANBUL - Sui criteri che devono regolare i compensi dei banchieri tricolori, la Banca d'Italia ha anticipato i principi che sono poi stati stilati dal Financial Stability Board, anche se in futuro potrà essere necessaria una loro ulteriore revisione. Lo ha rilevato il governatore della Banca d'Italia e presidente dello stesso Fsb Mario Draghi che, in una conferenza stampa a margine dei lavori del Fondo Monetario Internazionale, ha precisato che l'ambito di applicazione in Italia è molto più ristretto rispetto a Paesi che hanno settori finanziari molto più sviluppati.

«Il grado di applicazione di queste regole - ha detto - cambia molto da paese a paese. Dove ci sono le banche d'investimento i problemi sono maggiori perchè i compensi sono diversi, molto più alti in generale. E poi anche perchè l'elasticità dei bilanci di queste istituzioni è anche maggiore e i rischi che prendono sono anche maggiori».

E in Italia? «La cosa che noi abbiamo già fatto da un anno e mezzo - ha risposto il Governatore - è quella di mandare alle banche delle istruzioni soprattutto sulla governance dei compensi, cioè su come gli azionisti devono essere informati, su come disegnare questi schemi di remunerazione. In parte abbiamo anche anticipato quello che sarebbe venuto nei principi del Financial Stability board. Quindi ora il problema nel caso italiano è relativamente contenuto per quanto riguarda le banche nel senso che le persone che possono essere oggetto di questi principi sono poche. I sistemi inglesi americani sono molto diversi perchè l'industria dei servizi finanziari in quei paesi è molto diversa».

Non ci sarà dunque bisogno di un'ulteriore revisione di quel pacchetto di regole già fatto? Draghi lo esclude. «Secondo me c'è bisogno di rivederle alla luce anche dei nuovi princìpi. Non credo che troveremo molto di diverso ma una revisione va fatta».

«Lamentele causate da desiderio di sapere regole finali» - Draghi poi non si è sottratto alle domande relative ai banchieri internazionali che temono un eccesso di regole. Un atteggiamento arrogante da parte di istituzioni che sono rimaste a galla con soldi pubblici? «Ci sono istituzioni - ha risposto Draghi - che hanno ricevuto sostegno diretto con finanziamenti pubblici e, se non mi sbaglio, le retribuzioni sono state tagliate a a un certo livello sia negli Usa che in altre giurisdizioni.

Credo - ha puntualizzato - che alcune delle lamentele non vengano da queste istituzioni. Ma che vengano da diverse parti con una sorta di desiderio naturale di conoscere di più su come sarà l'assetto regolatorio finale. E una delle ragioni per le quali comunichiamo è esattamente quella di tentare di dare certezze al mercato sui cambiamenti in arrivo: credo sia importante».