29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Sit-in di protesta contro Unicredit per il prestito mancato

UniCredit: protesta imprenditore Pizzino diventa «caso» politico

L'istituto: «Dati di bilancio tutti negativi». Tremonti: «Non conosco merito ma è indice asimmetria credito»

MILANO - La vicenda dell'imprenditore siciliano Giuseppe Pizzino, che protesta da giovedì scorso in sciopero della fame davanti al quartier generale di UniCredit a Milano, diventa un 'caso' politico di cui si sono occupati oggi due parlamentari del Pdl e al quale ha fatto cenno anche il ministro dell'Economia Giulio Tremonti nell'incontro stampa tenuto in tarda mattinata, all'indomani della decisione di UniCredit e di Intesa Sanpaolo di rinunciare ai 'Tremonti bond'.

Asimmetria del credito - «Non conosco il merito del problema di questo imprenditore, ma il fatto che da Messina sia dovuto venire a Milano la dice lunga sull'asimmetria del credito in Italia. Non conosco il caso specifico - ha commentato Tremonti, che non ha voluto entrare nel merito della vicenda particolare - però esiste davvero un problema del credito in Italia ed esiste un problema ancora più grave: un problema del credito nel Mezzogiorno». Tremonti ha quindi rilanciato la necessità di una Banca del Sud.

Banche lontane dal territorio - «C'è qualcosa che non va», ha detto ancora Tremonti, sottolineando i risvolti negativi del fatto che alcune banche «si stanno allontanando dal territorio». «Fare banca - ha spiegato - significa sicuramente guardare i bilanci, i numeri, ma anche guardare negli occhi le persone, conoscere la storia di una famiglia, il coraggio di un imprenditore, la determinazione a continuare, i figli. Tutto ciò in Italia si sta un pò vanificando».

Pizzino ha ricevuto in mattinata la solidarietà di due deputati del Pdl: Nino Germanà (Commissione Finanze della Camera), nativo di Brolo come l'imprenditore siciliano, e Catia Polidori (Commissione Attività Produttive). I due hanno raggiunto Pizzino in piazza Cordusio, dove hanno attuato un sit-in. «Siamo indignati che le banche non stiano sostenendo le imprese che hanno una storia virtuosa: non è bello nè moralmente corretto», ha spiegato Polidori. «La scelta della banca di non accettare i bond significa vanificare lo sforzo del governo», ha dichiarato Germanà. «Credo sia giusto che i parlamentari del collegio responsabile e delle imprese del Pdl debbano parlare con questo imprenditore», ha rilevato Tremonti.

«Prima vedere cammello» - UniCredit, dal canto suo, oggi ha ricevuto Pizzino, al quale ha prospettato alcune soluzioni. «Siamo rasserenati dalle condizioni di salute del signor Pizzino, col quale abbiamo avuto oggi un incontro per illustrargli di nuovo la situazione. All'incontro la banca ha anche presentato alcune ipotesi alternative» ha poi riferito un portavoce dell'istituto. Un segnale di disponibilità al dialogo da parte della banca che Tremonti ha commentato con una battuta: «Prima vedere cammello».

L'istituto: «Dati di bilancio tutti negativi» - Pizzino, proprietario del gruppo tessile Castello (320 dipendenti), digiuna per protestare contro un mancato finanziamento da parte della banca guidata da Alessandro Profumo, della quale ha riferito ieri di essere cliente dal 1997. La posizione della banca, a quanto riportato venerdì scorso, è che pur nella consapevolezza «della gravità e della delicatezza della situazione», date le possibili ricadute sulle numerose famiglie coinvolte, non sia possibile, allo stato attuale, concedere il nuovo finanziamento richiesto nè all'azienda nè alla sua controllata in quanto non ne ricorrono le condizioni. «I bilanci 2008 - ha messo in rilievo venerdì UniCredit - evidenziano strutturalmente per entrambe le aziende margine operativo lordo negativo, risultato economico negativo e patrimonio netto negativo».